La maglia azzurra l’ha indossata tante volte e ci sono momenti che per lui resteranno indimenticabili, come il bronzo conquistato alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e i Mondiali, dove ha vestito la maglia iridata. Marco Villa è il responsabile del settore pista della nazionale italiana e ogni volta che deve consegnare una nuova maglia azzurra si emoziona e per un attimo torna indietro nel tempo, a quegli anni in cui da atleta voleva essere il più veloce in un velodromo.
Il 2021 per lui è stato un anno eccezionale nel quale è riuscito ad ottenere quel risultato che inseguiva da tempo, l’oro olimpico nell’inseguimento a squadre con Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Jonathan Milan. Un oro ma anche un record del mondo con quei quattro ragazzi che ha visto crescere. Con il quartetto Villa ha costruito un rapporto forte, così come ha fatto con Elia Viviani, che a Rio de Janeiro ha vinto l’oro nell’omnium e a Tokyo ha portato a casa il bronzo.
Il tecnico cremasco sorride ai suoi ragazzi ma sa anche fare la voce grossa quando serve, perché il rispetto e il sacrificio per lui devono essere alla base di ogni sportivo.
Dopo le gioie di Tokyo, Villa ha portato a casa tante medaglie anche dai Mondiali di Roubaix, medaglie preziose, figlie di lavoro e sacrifici, che ripagano anni di sforzi compiuti per ricostruire la pista azzurra.
«Il 2021 è stato eccezionale e lo dimostrano i risultati. Oggi festeggiamo tante medaglie che sembrano essere arrivate con facilità ma posso garantire che così non è stato e dietro ad ognuna ci sono anni di lavoro duro, con tante difficoltà che sono state superate e con il contributo di tante persone che hanno saputo fare squadra».
Villa ha fatto tornare al top la pista italiana che gode oggi di ottima salute. «La nazionale è cambiata molto in questi anni. Molti concetti sono stati stravolti e per alcuni aspetti siamo stati una nazione che è andata contro corrente. La novità l’abbiamo fatta diventare un’abitudine e ogni atleta è diventato complementare per l’altro. Abbiamo anche dimostrato che l’attività su strada può essere perfettamente coniugata alla pista».
Villa è convinto che un corridore può fare bene in più discipline del ciclismo, come avviene da anni in tanti Paesi stranieri. Anche i nostri azzurri hanno dato prova di questo, vincendo sia su strada che dentro a un velodromo. «Oggi abbiamo dei corridori straordinari su strada che hanno dimostrato di poter diventare campioni mondiali su pista e questo senza sacrificare nessuna delle due attività. Sono arrivati risultati importanti perché questi atleti hanno creduto nel progetto che è stato proposto loro, lo hanno abbracciato e portato avanti fino in fondo. Adesso sono più maturi e hanno la consapevolezza di poter fare tanto in entrambe le discipline».
Il tecnico azzurro in poco tempo ha ripercorso la storia di alcuni corridori, per soffermarsi su quelli che hanno corso insieme a lui, dimostrando che strada e pista possono andare insieme.
«Il merito dei risultati ottenuti deve essere dato all’attività che viene fatta durante l’anno. Pensando a chi prima di questi ragazzi ha saputo figurare bene nella doppia disciplina, mi viene subito in mente Martinello, che è stato maglia rosa al Giro d’Italia e nello stesso anno ha conquistato l’Olimpiade. Poi abbiamo anche Giovanni Lombardi, che nel 1992 ha vinto alle Olimpiadi e poi è diventato uno stradista a tempo pieno. La pista non fa perdere un futuro da professionista ai ragazzi, questo è un messaggio che deve rimanere ben impresso ai nostri atleti. Abbiamo vinto titoli olimpici nella pista e questo è un risultato che resterà per sempre, a prescindere da quello che arriverà».
Marco Villa è stato prima atleta e poi tecnico e il valore della maglia azzurra lo conosce bene. «Quando convoco un ragazzo per la prima volta in nazionale, tutti i discorsi che faccio arrivano in modo naturale, non giro mai troppo intorno alle parole. La maglia azzurra devi sentirla, altrimenti non puoi essere parte di una nazionale e questo deve valere sempre. Tra i miei intenti, quando prendo un giovane, c’è sempre la volontà di farlo crescere bene e forte, affinchè possa fare il salto e diventare un professionista. Ai miei ragazzi racconto di quando io correvo e di quanto la maglia azzurra sia speciale, perché è l’unica maglia che ti da la possibilità di correre un Mondiale o un’Olimpiade, gare veramente uniche, sono emozioni che solo pochi corridori riescono a vivere nella loro carriera».
Così quando un giovane gli chiede di provare a fare pista, Marco Villa è sempre contento: anche se non arriveranno i risultati sperati, aver provato ad andare in pista è sicuramente un’esperienza che resterà a chi ha voluto mettersi alla prova con questa disciplina.
«Quando un ragazzo mi dice che vorrebbe fare pista, io lo accolgo sempre a braccia aperte dicendogli che ha fatto una scelta giusta. Tentare non fa mai male e sarebbe bello se sempre più ragazzi e ragazze, si interessassero a questa disciplina. Oltre tutto va detto che la pista è anche un ottimo modo per iniziare a fare ciclismo in sicurezza».
Il 2021 è stato un anno d’oro per la pista italiana e il 2022 potrebbe essere una stagione altrettanto ricca. «A causa del Covid, non abbiamo periodi di pausa e per il 2022 abbiamo subito le qualifiche olimpiche per Parigi, non abbiamo possibilità di riposo e di stacco e dobbiamo lavorare subito seriamente».
Marco Villa vuole tornare nuovamente sulla questione della multidisciplinarietà, ricordando come molti dei ragazzi che hanno brillato su pista nell’ultimo anno nel 2022 avranno impegni importanti con la bici da strada. «Proprio così, penso a Ganna che è atteso dalle classiche e dal Tour de France e poi vuole provare a battere il record dell’ora. Ne abbiamo parlato e tutto dipenderà da come andrà la stagione e da come arriverà a questo appuntamento».
Il campione olimpico e mondiale il prossimo anno tenterà di battere il record dell’ora di Victor Campenaerts di 55,089 km stabilito nel 2019 ad Aguascalientes in Messico a 1880 metri sopra il livello del mare.
«Sono felice di questa sua decisione, è un ragazzo straordinario che ha tutte le capacità e le possibilità per raggiungere questo obiettivo. Non ho dubbi sulle sue doti, è un vero campione, di quelli che ne nasce uno ogni tanto. Pippo è un gran testardo e sa cosa vuole e questo lo aiuterà sicuramente a raggiungere l’obiettivo. Ha deciso di provare il record a livello del mare e non in altura, sapendo che questa sarà una difficoltà in più per lui, ma lo sappiamo che Pippo è così e che ama le sfide difficili. Non si fermerà però solo al record dell’ora, un altro dei suoi desideri è quello di conquistare la maglia gialla al Tour che partirà con una cronometro».
Un legame speciale Villa ce l’ha anche con Elia Viviani, il veronese che in maglia azzurra ci ha regalato tantissime emozioni, sia su strada che in pista. Viviani per tanti anni è stato un punto di riferimento importante per tutti i giovani che si sono avvicinati alla pista e tanti ragazzi sono cresciuti seguendo i suoi consigli.
«Elia è tornato alla Ineos e questo secondo me è un fattore molto importante per un corridore che vuole far bene in due specialità. Una squadra forte come quella britannica è sicuramente un supporto determinante. In questi due anni lui e Consonni hanno avuto tutta la disponibilità da parte della Cofidis, poi è arrivato il Covid che ha portato discontinuità. Conosco molto bene Elia e so che ha subìto molto questo problema di stop e ripartenze. Lui ci impiega del tempo per entrare in forma e con tutti gli imprevisti che ci sono stati ha sofferto molto il dover ricominciare».
Marco ha tanti giovani nella sua nazionale ma guarda anche al futuro e lavora in vista di un cambio generazionale. «Abbiamo tanti ragazzi di talento e credo nella multidisciplinarietà, dico ai nostri ragazzi di fare altrettanto. Anche noi tecnici dobbiamo lavorare insieme per portare avanti un progetto comune. Nella categoria juniores per la prima volta quest’anno abbiamo avuto dei risultati importanti e questo significa che stiamo portando avanti il nostro progetto nel modo migliore, facendo crescere dei ragazzi che daranno continuità al movimento».
E per Marco Villa gli obiettivi raddoppiano, visto che ora seguirà anche la pista coniugata al femminile. «Bisogna sempre andare avanti: il mio obiettivo è il 2024, l’anno delle Olimpiadi di Parigi, che per me sono uno stimolo a lavorare sempre meglio. A Tokyo abbiamo vinto ma solo con i ragazzi, le nostre atlete stanno crescendo velocemente e voglio impegnarmi di più sul settore femminile, con il quale vorrei arrivare a vincere una medaglia olimpica».
da tuttoBICI di gennaio