Caro Direttore, faccio slancio di diplomazia: lode e applausi, senza ironia, a chi organizza e dirige un Grande Tour. Con tutto quello che il Padreterno ci ha destinato negli ultimi tempi, non può essere che così.
Mi permetto di aggiungere, e non è un inciso di circostanza, che andrebbero accomunati nell'elogio tutti coloro che, a vario titolo e a volte animati solo dalla passione, hanno tenuto in piedi la... baracca del Ciclismo. Da quello giovanile al professionismo. Bravi, bravi davvero.
Allora, a quali fini l'affermazione, all'apparenza convinta e risoluta, del Direttore del Giro di Spagna, il simpatico Javier Guillen? Perchè mai sarebbe un dato di fatto che "... dietro al Tour oggi c'è la Vuelta"? Anche se, bontà sua e non sia mai che qualcun s'offenda, "...il Giro ha più storia"?
La risposta ci viene data, altrettanto determinata: chi correrà (attenzione, lo capiscano anche gli atleti!) o seguirà la Vuelta sa perfettamente che troverà "...emozioni dal primo all'ultimo giorno... finali di tappa spettacolari... una corsa che guarda all'insù, fin dalle prime tappe”.
Poi, la bomba finale (dico bomba senza alcuna maligna allusione, eh!): "...preferiamo una salita ad uno sprint perchè l'epica dello sport si fa in montagna". Potrei ben dire un'ovvietà sconfinata, non foss'altro per chi è nato in quel Paese che, tra gli altri impareggiabili Campioni, ha dato i natali alla premiatissima ditta Coppi&Bartali, che quanto a montagna e ad epica non mi pare fosse ed ancora sia seconda a nessuno.
Taccio di quello scalatore venuto dal mare, definito a caratteri cubitali "EROIQUE!" , dopo una tappa... pazzesca che gli valse la Maglia Gialla, proprio dall'autorevole quotidiano di Francia che è un tutt'uno con il Tour.
Dunque, egregio direttore Guillen, pur plaudendo alle spettacolari prestazioni agonistiche che i Corridori - ripeto, i Corridori - riescono ad offrirci nei tracciati della "sua" Vuelta, trovo quanto meno improprio il podio dei Grandi Giri che oggi lei vorrebbe stilare. Imponendocelo come "... un dato di fatto" quando, invece, è solo frutto di un giudizio oltremodo soggettivo. Ed ammaestrandoci sulla circostanza che una salita sia preferibile ad uno sprint, magari per epica o spettacolarità. Senza timori di smentita, semmai non le fosse noto e chiaro, non siamo proprio sforniti di inimitabili maestri dell'«esercizio atletico» e di Campioni anche in materia di sprint. In Italia e nel "nostro" GIRO d'Italia.
Se, come si riconosce, "... il Giro d'Italia è più antico, ha più tradizione...", qualcosina vorrà pur significare. Le classifiche, qualora proponibili tra i percorsi dei Grandi Tour, lasciamole stare. Alla fin fine, sono un'esclusiva di "chi fa" veramente il Ciclismo: i Corridori.
Fiorenzo Alessi