Si torna a parlare di chetoni e del loro utilizzo e questa volta a voler esprimere il proprio pensiero su questo argomento è il francese Arnaud Démare, che al quotidiano Le Parisien ha voluto dire la sua.
«Non lo chiamerei doping - ha detto Demare riferendosi ai chetoni - ma senza dubbio non andiamo tutti alla stessa velocità». Questa è la riflessione del francese della Groupama-FDJ, esprimendo la propria preoccupazione sull’uso dei chetoni in gruppo. Quando si parla di ciclismo, si pensa alla velocità, alla potenza e alla resistenza e a come questo sport, nel corso degli anni, sia finito tante volte sotto i riflettori per colpa di chi, con sostanze illecite, alterava il risultato di una corsa.
A Le Parisien Arnaud Démare ha preferito non chiamarlo doping, ma allo stesso tempo ha ammesso che non tutti i corridori sono veloci nello stesso modo.
Demare ha vissuto un 2020 straordinario, ma il 2021 non è stato così generoso con lui. Al Tour de France si è ritirato e la Vuelta l’ha portata a termine senza vittorie poi la stagione per lui è finita bene con la vittoria nella Paris-Tours.
«Mi chiedo cosa stia accadendo in gruppo e questo non è un pensiero solo mio. Non tutte le squadre hanno le stesse restrizioni sull'uso di prodotti come i chetoni».
I chetoni al momento sono utilizzati anche se l’UCI ha chiesto alle squadre di evitarne l’utilizzo in attesa di uno studio che spieghi meglio l’effetto di questa sostanza sull’organismo.
«Io ad esempio faccio parte di una squadra che non ne permette l’utilizzo e come noi ci sono anche altri team a vietarne l’uso. Sappiamo che ci sono team che, a differenza nostra, utilizzano questi prodotti. In gruppo ci sono tanti altri corridori che si pongono le mie stesse domande. Naturalmente nello sport è normale che ci siano persone più forti, fa parte del gioco, ma in questa stagione tutto è stato troppo veloce. Tutto sta accelerando troppo e questo ci porta a porci delle domande su cosa accada realmente in gruppo».
Uno studio ufficiale sull’uso dei chetoni ancora non è iniziato, ma ad alzare l’asticella in fatto di restrizioni è il Movimento per un Ciclismo Credibile, del quale fanno parte solo alcune squadre del World Tour, come Cofidis, Qhubeka NextHash, Team DSM, Lotto Soudal,la Bora-Hansgrohe, AG2R Citroën, EF Education-Nippo, Israel Start-Up Nation e Intermarché- Wanty-Gobert Matériaux. Il velocista francese si è detto rammaricato e spera che l’UCI dia al più presto indicazioni precise e soprattutto dica se queste sostanze possono essere utilizzate da tutti o a tutti debbano essere vietate.