Con questo intervento da parte di Valentino Sciotti, sollecitato dall’avvocato Alessi, si chiude questo scambio epistolare perlomeno su tuttobiciweb, che sulla questione ritiene di aver lasciato spazio più che sufficiente. Se così non fosse, parlatevi, scrivetevi, fate quei passi necessari e che ritenete più opportuni. Per quanto riguarda la ventilata ipotesi di collaborazione con il nostro sito, beh, sarebbe per me/per noi motivo di orgoglio.
Considerando comunque che entrambi siete già due cari amici miei e di tuttobiciweb, vi consiglio un salutare Brindisi. L’avvocato Alessi oltre ad essere un inguaribile appassionato di ciclismo è anche buon degustatore di vino. Il presidente Valentino Sciotti, altro inguaribile appassionato di cose ciclistiche, in quanto a vini può solo insegnare. Quindi, prosit!
Caro direttore, continuando di questo passo, mi toccherà diventare una firma di tuttobiciweb. Solo a tarda sera sono venuto a conoscenza delle attenzioni riservatemi dall'Avvocato Alessi e non ho difficoltà a rispondergli, oggi come ieri.
Tutto il suo intervento poggia sul fatto che io non avrei risposto a sue pressioni per tesserare alcuni atleti ai quali tutto il resto del settore ha risposto con le mie stesse valutazioni. Per sua informazione, se c'è qualcosa che mi distingue è, malgrado i miei impegni di lavoro, il rispondere a chiunque, in questo sito come su ogni social, come ad ogni telefonata o mail e chiunque mi ha contattato, per qualsiasi motivo, lo può testimoniare.
Se poi la persona insiste nel pretendere che io cambi una opinione chiaramente espressa, l'interrompere i rapporti, corrisponde a quella a lei nota come "legittima difesa". Lei, avvocato, dimentica che mi ha fatto forti pressioni per tesserare un ciclista che aveva avuto grandi problemi di doping, sulla cui onestà garantiva di persona, salvo poi l'atleta in questione essere ricaduto nell'errore in modo drammatico.
Vede, avvocato, io ho già sbagliato di mio nel valutare qualche atleta ma l'ho fatto con i miei soldi e con la mia immagine, perchè io dopo l'errore non mi sono eclissato, come fanno tutti, dietro un comunicato di circostanza, io ho alzato la mano ed ho chiesto scusa in mondovisione, a tutti. Se dopo essermi bruciato ho deciso di non dare più seconde possibilità ad alcun atleta che abbia sbagliato, me ne vuole oggi fare una colpa? No Avvocato, quella non è una colpa, ma si chiama coerenza, così come lo è accettare che vengano tesserati per i team che sponsorizzo atleti di non grandissimo valore, a discapito di pseudo-dopati pentiti.
Per dare forza al mio pensiero, assieme ad un Team Manager di altissimo profilo morale e professionale e ad un pool di sponsor che mettono l'etica davanti al risultato, abbiamo dato vita al Team Nippo - Vini Fantini che aveva come obbiettivo unico il cercare di promuovere un immagine di ciclismo diverso; forse lei non sarà d'accordo ma i risultati di 5 anni di attività hanno dimostrato che ci siamo riusciti, non tesserando nessun atleta che avesse mai avuto alcun problema di doping, oppure che avesse ottenuto risultati che ci sembrassero dubbi.
Siamo stati criticati perchè vincevamo poco o pochissimo, ma il nostro modo di affontare un argomento spinoso come il doping è noto a tutti. Tutti gli atleti erano sottoposti a rigidissimi controlli a cura della indipendente divisione dell'università di Chieti, diretta dal Professor Ripari che di fronte al minimo dubbio ci suggeriva di bloccare atleti del team, così come siamo stati il primo ed unico Team nella storia del ciclismo professionistico ad aver tesserato solo atleti che hanno reso accessibili a TUTTI i dati dei propri passaporti biologici.
A lei sembrerà una differenza da poco ma, mentre c'erano atleti che chiedevano di essere tesserati, perchè disponevano di una valigetta riempita da sponsor personali, noi tesseravamo soli atleti che pagavamo per fare il proprio lavoro in modo trasparente e cercavamo di certificare la bontà del loro lavoro, spendendo fior di soldi per aumentare i controlli in modo esasperato.
Vede, io posso sbagliare o meno, ma almeno ho provato a prendere ogni precauzione per evitare di arrecare ulteriori danni al nostro settore e lo abbiamo fatto mettendo mano in tasca e sacrificando soldi che potevano essere spesi per prendere qualche atleta più prestante. Chiuso il ciclo Nippo - Vini Fantini, ho deciso di essere sponsor al 100%, senza entrare minimamente nella gestione dei team, ho solo mantenuto la prerogativa di non sponsorizzare team con atleti che siano stati squalificati per positività al doping.
Chi mi conosce sa bene che io ho avuto a che discutere con il Citracca, ma non per questo ho mai pensato che lui avesse mai potuto chiudere gli occhi su comportamenti scorretti dei suoi atleti anzi, io stesso sono stato testimone di azioni forti di sensibilizzazione a comportamenti eticamente impeccabili.
I fatti hanno dimostrato che non esiste la certezza assoluta della corretezza di terze persone, soprattutto se non si hanno fondi importanti per potersi permettere di implementare i controlli ufficiali. Quello che io ho scritto nel mio intervento era proprio rivolto a persone come lei, che al posto di pensare al fatto che il ciclismo italiano perde uno dei pochissimi team rimasti, pensa al vantaggio di avere un team in meno che possa competere per un invito oppure che possa gioire per il fatto che quel team non abbia voluto/potuto tesserare un atleta che si voleva vedere nel circuito.
In definitiva lei oggi ha gioito perchè un team con persone che non hanno creduto nelle sue richieste chiude, ma io le chiedo: ma tutti gli altri team ciclistici si sono strappati le vesti per poter avere i ciclisti che lei sponsorizzava? La risposta la dia e se stesso, perchè io non ho interesse di conoscerla, preferisco attenermi ai fatti. Cordiali Saluti
Valentino Sciotti