Per Alessandro De Marchi questo è un Mondiale veramente unico. Come lui stesso ha detto, arrivare ad un Mondiale, essere scelti per un evento così importante, non è un qualcosa che si improvvisa, ma un processo lungo mesi, perché oltre a sentirti bene fisicamente, devi avere la giusta forza mentale, che ti porterà a sacrificarti per un obiettivo importante. «Posso dire che arrivo a questo appuntamento con la consapevolezza di aver costruito bene il mio percorso. Sarà una gara molto nervosa e dovremo correre sempre davanti e non dovrai mai pensare che la corsa sarà chiusa, perché questo è percorso che terrà aperta la gara fino alla fine. Sarà una corsa veloce e tecnica».
Le strategie sono tante e arrivare con un piccolo gruppo sicuramente favorirà alcune squadre e tra queste c’è il Belgio che parte con il favore dei pronostici, ma anche l’Italia potrà dire la sua. «Ogni squadra ha la propria teoria e la propria strategia da mettere in corsa. Io penso che ognuno debba concentrarsi sul proprio lavoro, senza badare troppo a quello che faranno gli altri. Noi abbiamo lavorato bene e sappiamo quali sono le nostre possibilità e poi in corsa faremo tutto ciò che ci sarà da fare, cercando di farlo nel migliore dei modi. Ognuno di noi ha il proprio ruolo e ogni ruolo è fondamentale e importante in squadra. In un Mondiale nulla è scontato e le sorprese possono sempre esserci. Io sono venuto qui con umiltà, mettendomi a disposizione di un gruppo molto forte, non solo per il valore dei corridori, ma per l’amicizia e i sentimenti che ci uniscono».
L’Italia farà la sua corsa, pensando come sempre a dare il massimo, perché i nostri ragazzi quando indossano la maglia azzurra sentono delle responsabilità e per questo danno il massimo ogni volta. «Quando la gara esplode, nessuno potrà prevederlo, ma sono certo che in Belgio, con la squadra di casa favorita, la corsa si infiammerà molto presto».
Dal Giro d’Italia e fino a questo Mondiale, il percorso fatto da Alessandro De Marchi non è stato semplice. E’ caduto il friulano nella corsa di casa, ma non si è dato per vinto e quando era in ospedale e guardava le tappe sulle sue strade, ha pensato di chiamare Damiano Caruso, offrendogli consigli utili per affrontare al meglio le salite. «E’ stato un percorso di alti e bassi, emotivamente è stato difficile da gestire, ma sapevo che non dovevo mollare, perché le cose possono sempre migliorare. Ho voluto chiamare Damiano perché è un bravo ragazzo e l’ho fatto veramente con il cuore e al Giro è stato straordinario. Ci conosciamo bene e ho pensato che dandogli dei consigli, spiegandogli le difficoltà di quelle salite che io conosco bene, potevo essergli di aiuto».
De Marchi ha lavorato duramente e in estate, dopo essersi ripreso dall’incidente al Giro, è tornato in sella, inizialmente senza obiettivi precisi, poi con il passare dei giorni, il “Rosso di Buja” ha capito che poteva fare ancora tanto in questa stagione e, ricostruendo mentalmente e fisicamente il suo percorso, oggi è in Belgio e indossa la maglia azzurra della nazionale. «Ho inseguito le corse e anche me stesso. Andavo in corsa cercando di dare il massimo, pensando di ascoltare le mie sensazioni e sono riuscito a sistemarmi bene, anche se spalle e costole non sono ancora al meglio e spesso fanno male. Ma ora non è importante questo, perché ho dimostrato che non sono un vecchio, anche se qualcuno ha provato a farmi credere questo. Indossare per me la maglia azzurra oggi, vuol dire che valgo e che non sono un corridore passato. Non contano le parole, l’importante è tenere la testa bassa e sentirsi giovane dentro e credere nelle proprie possibilità, senza lasciarsi sorprendere troppo da quello che dicono gli altri, in particolare quando vogliono essere negativi con te».
Alessandro De Marchi è il corridore generoso, dal cuore d’oro, che corre con la Israel Start Up e dopo questo Mondiale, trascorso un periodo di riposo, tornerà a lavorare duramente per portare alla sua squadra risultati importanti. «La Israel Start Up Nation è una squadra straordinaria, per capirla in pieno devi viverla dall’interno. Loro danno veramente il massimo per ognuno di noi e voglio ripagarli per avermi voluto con loro. Sono una grande squadra e io devo dare il massimo perché lo meritano veramente e per questo dovrò impegnarmi al massimo, perché il 2022 deve essere un anno con successi importanti per noi».