Oggi i nostri azzurri a Tokyo, scenderanno in pista per conquistare la medaglia più preziosa, un oro nell’Inseguimento a squadre. I protagonisti saranno, Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan che dovranno essere più veloci della feroce Danimarca e alla mente, ritorna quell’agosto del 1920, quando la medaglia d’oro nel quartetto l’Italia la vinse contro la Gran Bretagna. In Belgio quello fu il nostro primo oro nella pista e gli eroi quell’anno, al Velodrome Zuremborg di Anversa, si chiamavano Franco Giorgetti, Ruggero Ferrario, Arnaldo Carli e Primo Magnani.
Non fu facile a quei Giochi della VII Olimpiade, perché l’Italia fu costretta a fare ricorso per vedersi assegnare quella medaglia così desiderata e sudata e che, in un primo momento, venne attribuita alla Gran Bretagna.
I nostri ragazzi nella prima batteria dimostrarono subito il loro valore e immediatamente fecero meglio dei francesi. Franco, Ruggero, Arnaldo e Primo andavano veramente forte e nella semifinale contro il Sudafrica con il tempo di 5’10”08 segnarono il nuovo record olimpico, annullando il precedente record stabilito dalla Gran Bretagna. Erano quelli altri tempi e nella finale tra Italia e Gran Bretagna si videro scene che oggi sarebbero impensabili.
Ci furono scivolate e anche scazzottate nel velodromo di Anversa: ad intervenire nel bel mezzo della gara ci fu anche uno spettatore francese che scese in pista prendendo a pugni un atleta della formazione britannica.
Albert White, atleta della formazione britannica, finì a terra durante il quarto giro e l’Italia riuscì a raggiungerlo. Per White una sconfitta nella finale olimpica non poteva essere tollerata e per questo decise di ostacolare in ogni modo il quartetto azzurro che correva verso l’oro. White non riuscì nel suo malefico intento di bloccare il quartetto italiano, ma fu bravissimo nell’attirare l’antipatia del pubblico. Quando il britannico si arrese dagli spalti scese uno spettatore francese che, indispettito dal comportamento scorretto del britannico, decise di dargli una bella lezione prendendolo a pugni. Nel frattempo la corsa era giunta al termine e la giuria, per motivi non noti, decise di premiare la Gran Bretagna prendendo il tempo sul quarto italiano e non sul terzo come da regolamento. In questo modo il quartetto britannico risultò più veloce di 4 secondi, ma i nostri atleti decisero di non arrendersi e si appellarono a quel risultato sbagliato facendo ricorso.
Anche il pubblico, che aveva assistito alle diverse scorrettezze, si schierò dalla parte dell’Italia e quando la giuria fu costretta ad ammettere non solo l’errore sul tempo ma anche sulle scorrettezze di White, tutto il pubblico presente al Velodrome Zuremborg di Anversa si alzò in piedi acclamando quel quartetto italiano che con tanta fatica era riuscito a conquistare l’oro olimpico.
Gli azzurri furono straordinari e quella fu la prima medaglia d’oro della pista italiana alle Olimpiadi la prima di 38 bellissime medaglie.