Il countdown per Tokyo 2020 è cominciato e anche i ragazzi della MTB sono pronti a fare le valigie e vivere il loro sogno olimpico. Lunedì 19 aprile si imbarcheranno in direzione Giappone Eva Lechner, Gerhard Kerschbaumer, Luca Braidot e Nadir Colledani, accompagnati dal CT Mirko Celestino, due meccanici e un massaggiatore. Lunedì 26 luglio toccherà ai ragazzi, martedì 27 alle ragazze.
Nella conferenza stampa organizzata dalla Federazione Ciclistica Italiana a una settimana dalla partenza, gli atleti sono intervenuti per raccontare sensazioni e obiettivi in vista della prova olimpica. Il primo a prendere la parola è stato il CT Mirko Celestino: «Non è stato difficile fare le scelte per le convocazioni, perché Lechner è una garanzia, così come Kerschbaumer e Luca Braidot che sono stati i più costanti – ha spiegato -. Ho avuto solamente qualche difficoltà per il terzo uomo tra i maschi, con il ballottaggio tra Nadir Colledani e Daniele Braidot. Ero propenso più verso Daniele, ma poi Nadir se l'è conquistata sul campo, con tanta rabbia, laureandosi campione italiano a Bielmonte. Complimenti a lui».
Gli azzurri non partiranno coi favori del pronostico, ma non per questo si tireranno fuori dalla battaglia per le posizioni alte: «Il percorso è molto bello, costruito nei minimi dettagli, abbiamo fatto il test event quindi lo conosciamo molto bene – prosegue Celestino -. Ci sono molti strappi brevi, da fare di potenza, e quindi adatti ai nostri corridori. Abbiamo lavorato al meglio, i Campionati Italiani hanno confermato la buona forma dei ragazzi. Non abbiamo scuse». Soprattutto in campo maschile, i più forti sembrano inavvicinabili: «Si parla molto del duello tra Van der Poel e Pidcock, ma in una gara di cross country tutto può succedere. Basta ricordarsi quanto accaduto a Peter Sagan 4 anni fa, quando venne messo fuori gioco dalla sfortuna. Ovviamente non voglio portare iella a nessuno, ma non bisogna partire battuti. I corridori al via non sono molti, quindi ci sarà spazio per rimontare ed evitare gli imbottigliamenti. Per quanto riguarda la gara femminile confidiamo in Eva, una grande campionessa che si esalta negli appuntamenti che contano, sperando possa ripetere quanto fatto al mondiale di Leogang l'anno scorso».
Lechner aveva infatti chiuso con una medaglia d’argento la prova XCO del mondiale di Leogang, nonostante non partisse coi favori del pronostico in ottica medaglia. «La condizione è buona, la preparazione è andata come doveva andare- dichiara invece Eva Lechner -. Siamo stati in ritiro a Livigno, siamo un bel gruppo, affiatato. Manca poco, faremo del nostro meglio per rendere fieri gli italiani. Il 2021 è stata una stagione abbastanza normale per fortuna, soprattutto in confronto al 2020, ho corso abbastanza e con costanza per potermi preparare al meglio. È vero, in queste gare ho una spinta in più, in una gara di un giorno può succedere di tutto. Sicuramente bisognerà partire bene e tenersi lontano dai guai, sperando di trovare subito il ritmo giusto e tenere le ruote delle migliori. Il mio obiettivo è essere al top, poi quello che verrà fuori lo vedremo».
Tra gli uomini Gerhard Kershbaumer non si sente tagliato fuori dalla lotta per le medaglie e, nonostante una stagione finora piuttosto altalenante, proverà a rendere la vita dura agli avversari: «Ho cambiato piccole cose nella preparazione per arrivare pronto a questo appuntamento. Quest'anno ho avuto un po' troppi alti e bassi, ma ora mi sento bene, sono convinto dei miei mezzi e arrivo a Tokyo con grande motivazione. Sì, è vero che i favoriti sono altri, ma Eva l'anno scorso al mondiale ha dimostrato che tutto è possibile».
Nadir Colledani, fresco di Tricolore, arriva col morale a mille ed è pronto anche ad una gara bagnata: «Domenica ho avuto la conferma sulla mia condizione. Sono fiducioso e non vedo l'ora. Visto il percorso, se dovesse piovere credo che alcuni tratti andranno fatti a piedi. Non so se per me sarebbe meglio o peggio, ma di solito mi trovo bene col bagnato, anche se sarebbe comunque importante poterlo visionare prima, perché cambierebbe molto. Altrimenti sarà un terno al lotto». Anche Luca Braidot ha detto la sua sul percorso: «Il percorso sembrava inizialmente molto tecnico, in realtà non lo è così tanto, perché i passaggi sono sempre quelli ed essendo artificiali non si consumano con i vari passaggi».
Tante speranze anche nella BMX che, pur portando un solo portacolori, Giacomo Fantoni, ha voglia di portare il suo apporto al medagliere. L’atleta veronese sarà alla prima partecipazione olimpica, dopo aver strappato il pass nelle ultime due prove di Coppa del Mondo a Bogotà, in Colombia, dove ha centrato la finale. «Giacomo ha rinunciato a diverse gare, compresi i campionati italiani ed europei per arrivare pronto alle Olimpiadi – spiega il CT Tommaso Lupi -. Il nostro livello tecnico è altissimo e sono contento che Giacomo abbia raggiunto il sogno olimpico a 30 anni, dopo tanta sfortuna. Le gare in BMX imprevedibili, ancor di più quest'anno che impiegheranno circa 42 secondi a giro contro i 30 standard. Le nazioni da battere saranno Francia, Olanda e Svizzera, ma se mettiamo insieme tutti i tasselli possiamo difenderci molto bene anche noi».
La disciplina sta crescendo su tutto il territorio nazionale: «Qualificarci è stato molto importante e il movimento ne ha già beneficiato. Vogliamo crescere ancora» ha detto Lupi.
Proprio per l’imprevedibilità di questo sport e le atipiche caratteristiche del percorso, Fantoni vuole provare a sorprendere: «La pista di Tokyo è molto lunga rispetto al solito, sembra sia il nuovo standard a livello internazionale - spiega Giacomo, che sarà impegnato il 29 e il 30 luglio -. Ogni giro fa storia a sé, con questa lunghezza non sarà così facile, di solito stare al comando è la cosa migliore, ma vista la lunghezza c'è il rischio di bruciare molto e quindi sarà importante gestirsi al meglio. La gara, inoltre, sarà divisa in due giornate, altra cosa inusuale per noi che siamo abituati a fare tutto in una giornata, e bisognerà essere al 100% in entrambe le giornate. Ci saranno solo 24 atleti, di solito siamo in 150/200, e tutti possono ambire ad una medaglia. Questo è il bello di questo sport».
L’obiettivo è chiaro: «Sono ancora più in forma rispetto alle finali colombiane di Coppa del Mondo. Ho una buona carta da giocarmi, spero di poter lottare per una medaglia».