Wout van Aert stenta a credere a quello che ha fatto sul Ventoux, una vittoria straordinaria che ripaga la squadra della sfortuna avuta fin dall’inizio di questo Tour de France. Senza dubbio la tappa numero 11 del Tour de France verrà ricordata come la giornata della resurrezione della Jumbo-Visma che, dopo aver perso tre uomini (dopo Gesink e Roglic, oggi Tony Martin è caduto ed è stato portato in ospedale con una profonda ferita alla gamba destra), ha conquistato la tappa e dimostrato di avere nel giovane Vingegaard un ottimo uomo di classifica.
«Questa è forse la mia vittoria più bella di sempre - ha detto Van Aert dopo il traguardo -. Il Ventoux è uno simbolo di questa corsa ed è proprio qui che io ho vinto...». Il campione nazionale del Belgio, continuerà la sua corsa gialla e il suo intento è quello di arrivare fino a Parigi, da dove partirà per andare alle Olimpiadi di Tokyo.
Wout van Aert in questa frazione ha corso per se stesso ma anche per la squadra, ha dominato il Mont Ventoux per poi conquistare una bellissima vittoria nell’undicesima frazione del Tour de France.
«Non ho parole per spiegare quello che ho fatto. Potrebbe essere una cosa stupida da dire, ma davvero non mi aspettavo di vincere questa tappa prima di arrivare al Tour».
Van Aert, potente nelle volate e straordinario nelle prove contro il tempo, non si aspettava di vincere in una tappa con salite importanti, ma già al Tour dello scorso anno spesso lo avevamo visto in testa al gruppo a fare il ritmo nelle tappe di montagna. «Posso dire che in questa giornata ci credevo già ieri e quindi ho chiesto alla squadra se potevo essere l'uomo che andava in fuga. Il Ventoux è una delle salite più iconiche del Tour, anzi del mondo direi. Quindi questa potrebbe essere la mia migliore vittoria di sempre».
E ancora: «Oggi c’erano alcuni buoni scalatori nella fuga come Bauke Mollema. E c'era anche il campione del mondo Julian Alaphilippe, ma avevo già visto lungo la strada che tutti si sarebbero arresi». Van Aert ha compiuto un autentico capolavoro e questa resterà sicuramente una delle tappe più belle di questo Tour, con il belga ha trionfato e lo sloveno Pogacar che ha mostrato il primo piccolo cedimento.
«È stata una battaglia dura in salita e Alaphilippe aveva già perso molte forze. Se credi in qualcosa, allora tutto è possibile. Questo è anche emozionante per me da un punto di vista personale. È stato difficile raggiungere il mio livello in questo Tour e nella prima settimana abbiamo avuto molta sfortuna con la squadra. Anche oggi, con il ritiro di Tony Martin non è stato facile per noi. Quindi questo risultato è veramente molto importante. Sono molto orgoglioso di quello che ho fatto e sono contento per la nostra squadra. E naturalmente dedico la vittoria a mia moglie Sarah e al nostro picoclo Georges”.