Il giorno di riposo è andato e il Tour de France è partito per la sua seconda settimana di corse. La partenza è stata da Albertville in direzione Valence per una frazione che potrebbe nascondere delle insidie. Sonny Colbrelli domenica era arrivato terzo a Tignes e il suo intento adesso è quello di conquistare una maglia e cercare di guadagnare punti per la classifica a punti. La maglia verde per il momento è sulle spalle di Cavendish, ma Sonny vuole fare bene e pensa che le occasioni non gli mancheranno. «Abbiamo passato gli ultimi due giorni in quota a Tignes e riposare non è stato facile, ma comunque abbiamo trascorso una giornata tranquilla e ora sono pronto a ripartire».
Il bilancio per il corridore della Bahrain Victorious non è del tutto positivo e avrebbe voluto ottenere qualcosa di più nelle tappe piane. «Non posso dire di essere pienamente soddisfatto. Però mi rendo conto che con i treni di velocisti che ci sono non è facile ottenere una vittoria allo sprint. Sono migliorato molto in salita e per questo ho perso lo spunto nelle volate. Comunque posso dire di averci provato e il Tour è ancora lungo. Quella di domenica non era una tappa adatta a me, la condizione era buona e la gamba c’era, sono riuscito a fare un buon risultato, perché tanti altri corridori hanno patito il freddo e la pioggia, condizioni che invece a me non creano problemi. Poi vorrei anche dire che è già successo che io abbia fatto bene in tappe come questa. Lo feci nel 2013 nella tappa con arrivo a Bardonecchia e poi anche nel Giro dell’Appennino. Mi sono preparato bene e la squadra ha investito molto nella nostra preparazione e i risultati si stanno vedendo».
Colbrelli è cresciuto in una valle fredda e ventosa a Casto, dove gli inverni sono lunghi e il meteo non risparmia il gelo a nessuno. «Io sono abituato al freddo quello vero, con il vento e la pioggia. Sono cresciuto a Casto e quando ancora ero un ragazzino e non avevo la macchina, dovevo spostarmi con la bici e spesso pedalavo con temperature molto al di sotto dello zero. Diciamo che quegli anni mi hanno temprato molto, quindi per me correre con condizioni avverse non è un fastidio perché sono abituato». I corridori nella tappa verso Tignes si fermavano, perché il freddo gli era entrato nelle ossa e anche cambiando vestiti e usando le mantelline la situazione per molti non migliorava. Colbrelli invece ha resisitito e il risultato è arrivato. Il bresciano sta lottando in questo Tour ma non è il solo e anche lui è sorpreso per i distacchi che si stanno creando in una classifica generale, dove lo sloveno Pogacar, sembra ormai essere il signore assoluto. «In questo Tour devo dire che sto vedendo veramente grandi battaglie. Se prendiamo la classifica generale abbiamo già dei distacchi importanti e questo vuol dire che la qualità dei corridori è alta. Penso che la gente da casa si stia divertendo, perché ci sono attacchi importanti e fughe ma anche dei ritiri, tanti scenari diversi che stanno rendendo questa corsa diversa ogni giorno».
Pogacar è primo, ma Colbrelli non è sorpreso, perché le sue grandi qualità sono ormai note a tutti. «Pogacar secondo me è un fenomeno, un corridore come lui nasce una volta ogni 100 anni. E’ sbagliato parlarne male, perché è un bravo corridore e non lo merita ed è un grande campione, un ragazzo di talento. Mi dispiace leggere gli attacchi che vengono fatti sul suo conto. La gente dovrebbe smetterla di attaccarci continuamente. Se andiamo piano veniamo attaccati e se andiamo forte ci attacca ugualmente, la gente pensa subito a cose strane e sicuramente non lecite. E’ un peccato veramente perché così si rovina il ciclismo. Quindi ripeto: Pogacar è un campione e va rispettato. Alla fine lo abbiamo visto già negli anni precedenti che andava più forte degli altri e tutti dicevano che avrebbe fatto grandi cose. Lo stesso vale per Bernal, che ha già vinto un Tour de France e un Giro d’Italia».
Per Colbrelli il vincitore di questa Grande Boucle potrebbe essere proprio il campione sloveno, ma questo non vuol dire che mancherà lo spettacolo, perché ogni tappa sarà combattuta e poi ci sarà battaglia,tra quelle squadre che cercheranno un piazzamento finale e chi invece a Parigi, vuole arrivare con la maglia verde o quella a pois. La Bahrqin ha perso il proprio capitano Jack Hai, ma come squadra è riuscita a reinventarsi e i risultati stanno arrivando con le vittorie di tappa e con la caccia alla classifica della maglia verde.
«Stiamo dimostrando di essere una squadra dal grande carattere, abbiamo perso il nostro capitano così come era successo al Giro d’Italia, ma non ci siamo abbattuti, ci siamo rialzati e abbiamo subito fatto vedere di che pasta siamo. Abbiamo vinto due tappe con Mohoric e Teuns, in classifica generale abbiamo messo Bilbao e io sto facendo punti per la maglia verde. Siamo veramente una grande squadra».
Colbrelli tra i suoi avversari avrà Matthew e Cavendish, che sono davanti a lui nella classifica della maglia verde ma anche Philipsen e Sagan, ma bisogna considerare che alcuni velocisti sono usciti e quindi potrebbe essere più facile fare punti. Oggi Colbrelli è partito da Albertville e vuole fare bene in questa seconda settimana, anche se i pericoli possono essere ovunque. «Non voglio vedere con troppo anticipo quali saranno le tappe più adatte a me. Sicuramente le tappe molto piatte, con i velocisti importanti che ci sono, saranno meno adatte a me perché io non vinco le volate di gruppo, ma ci saranno frazioni nelle quali potrei fare veramente bene, ma voglio arrivarci giorno dopo giorno. Voglio far bene e spero di aver recuperato bene dopo il giorno di riposo. Il Tour è una gara strana e anche quelle tappe che sulla carta sembrano tranquille possono esplodere all’improvviso con fughe importanti e il gruppo che si spezza». Questo è un Tour de France particolare, perché ci sono gli Europei di Calcio e anche i ciclisti, finite le corse, rimangono insieme a guardare le partite. «Stiamo seguendo un po’ tutte le partite, perché nelle squadre le nazionalità sono tante. Io ad esempio sono in camera con Teuns che è belga e quando l’Italia ha giocato contro il Belgio, e abbiamo vinto, ci siamo divertiti a farci un po’ di battute e gli ho fatto un video con il telefonino mentre l’Italia vinceva e lui era arrabbiato. Poi il giorno dopo lui ha vinto la tappa e mi ha detto: E’ meglio la mia vittoria al Tour che l’uscita del Belgio dagli Europei».