L’attacco di Simon Yates ha riaperto il Giro d’Italia ed Egan Bernal ha dimostrato di non essere imbattibile. Oggi nell’ultima salita di giornata verso Sega di Ala, il colombiano non è riuscito a rimanere alla ruota del britannico e i danni sono stati limitati grazie all’aiuto di un grande Daniel Martinez, che ha aspettato e aiutato Bernal, scortandolo fino al traguardo.
«Daniel è un amico, è il primo anno che siamo insieme ed è veramente importante avere un uomo come lui in montagna – ha detto Bernal dopo il traguardo -. In una giornata per me difficile come oggi mi ha aspettato e aiutato e quando ha visto che rallentavo ha iniziato a incitarmi e mi diceva: "dai Egan ce la fai, dai che questo Giro lo vinci". Ecco vorrei ringraziarlo per come ha lavorato per me oggi».
Sia Simon Yates che Daniel Martin avevano fatto una ricognizione su questa tappa, conoscevano le pendenze e per questo hanno saputo come gestire la corsa nel finale. «Queste salite non le conoscevo e forse sarebbe cambiato qualcosa se le avessi provate anche io prima di iniziare il Giro. Gli ultimi due chilometri non erano durissimi e avrei potuto gestirmi meglio. Non puoi vedere tutte le tappe e alla fine sono contento di non aver perso troppo tempo».
Oggi la classifica del Giro d’Italia è cambiata, con Simon Yates che è risalito al terzo posto, anche se i distacchi sono ancora importanti. «Dal primo giorno a Torino ho sempre detto che tutti i corridori possono farti paura. Ogni giorno esce un nome diverso, prima mi chiedevano di Remco, poi di Yates e Caruso.
Il Giro d’Italia è una corsa imprevedibile, tutto può succedere all’improvviso, adesso penso solo ad essere tranquillo e rilassato e voglio gestire bene la corsa. Abbiamo visto anche oggi che basta uno scatto nel momento giusto e la corsa può cambiare».
Bernal è sereno e ammette che una giornata negativa può accedere a chiunque, perché un grande giro, è fatto di 21 giornate sempre diverse. Oggi il colombiano ha dovuto cedere e in classifica generale, adesso è al comando con un vantaggio di 2’21” su caruso e 3’23” su Yates.
«Mi ha sempre fatto piacere quando dicevano che ero il più forte. Sono stato sempre consapevole che una giornata storta può arrivare anche per i più forti, io non sono imbattibile, nessuno è imbattibile. Non sarebbe neanche bello vincere in un modo facile. Gli altri oggi sono stati più forti il ciclismo è così e adesso pensiamo a recuperare per i prossimi giorni». Bernal in questa frazione di 193 chilometri con partenza da Canazei, era riuscito a gestire bene la corsa, ma nell’ultima salita, quella verso il traguardo, quando le salite erano più ripide, non è riuscito a stare al passo di Bernal e Almeida. «Yates ha fatto degli scatti importanti, ho provato a seguirlo ma c’era tanta pendenza e non sono riuscito a rimanere alla sua ruota. Sono andato oltre il mio limite e ho iniziato a pensare a Caruso che arrivava alle mie spalle, era il corridore più pericoloso per me e per questo ho cercato di seguirlo. Ho cercato di recuperare e poi appena Caruso mi ha superato l’ho seguito per non perdere troppo tempo. Sono convinto che sia stata la strategia migliore per me in quel momento».
Oggi la corsa rosa è ripartita dopo il giorno di riposo di ieri. Nel ciclismo può succedere che il riposo spezzi il ritmo della corsa ad alcuni corridori, ma Bernal è convinto che semplicemente oggi non era lui il più forte. «Non so dire se il giorno di riposo ha influito ma è qualcosa che capita spesso. Potrebbe essere questo, ma comunque Yates è andato fortissimo e bisogna dire la verità: lui è stato il più forte Io ho provato a inseguirlo e probabilmente ho sbagliato un po' proprio lì. Alla fine lo ripeto, è andata bene così. Questo giro finisce a Milano, l'ho sempre detto, e rimango con i piedi per terra, sono tranquillo e vado avanti con la mia corsa».