Lo Zoncolan il suo verdetto lo ha scritto. Bernal si è confermato il più forte, Yates è stato l’autore dell’assalto, Caruso si è difeso, Aleksandr Vlasov e la sua Astana che sono bocciati. «Alla fine, non so cosa sia successo, ma non avevo le gambe - ha detto il russo -. La squadra ha fatto un grande lavoro, abbiamo provato a fare la differenza, ma è andata come è andata».
Certamente non è andata come volevano e sullo Zoncolan Vlasov ha ceduto 1’12” ai suoi avversari e dal secondo posto, con appena 45” di ritardo da Egan, adesso è quarto alle spalle di Damiano Caruso, con un gap di 1’57” dal colombiano.
Nelle prime due settimane, l'Astana ha lasciato a Bernal e alla sua Ineos la gestione della maglia rosa, accontentandosi di controllare gli altri aspiranti al podio. «Ieri abbiamo preso noi in mano la situazione durante la tappa. La nostra squadra senza dubbio ha lavorato tantissimo tutto il giorno e mi dispiace per questo, perché non ho ottenuto il risultato che volevamo».
Un giornata negativa può capitare a chiunque e per questo nessuno condannerà Vlasov, che è già pronto a recuperare nelle prossime giornate. «Nell’ultima salita ho dato tutto quello che avevo. Quando Bernal e Yates hanno attaccato, ho provato a seguirli e forse sono andato troppo in profondità nell’ultimo chilometro. Mi è mancato qualcosa per fare di più». L’Astana adesso è ai piedi del podio e non sono certamente loro un team che si dispera. Vlasov è già pronto a ripartire e lo farà con tanta determinazione. La parte più difficile della corsa rosa, deve ancora arrivare e in montagna, 1’57”, quando sei nella giusta condizione, non è difficile da recuperare. «Il Giro non è certamente finito, abbiamo ancora una settimana di corsa e quindi abbiamo tutto il tempo per risalire la classifica».