Ha vinto la Freccia Vallone mercoledì e ora il suo animo è più sereno. Julian Alaphilippe è pronto ad affrontare la Liegi-Bastogne-Liegi e a prendersi quella vittoria che gli era sfuggita lo scorso anno, quando a vincere fu lo sloveno Roglic. Mercoledì a complimentarsi con il francese era stato Alejandro Valverde che con quel gesto aveva ammesso la superiorità del vincitore.
Un abbraccio importante Julian lo aveva avuto anche al termine della Milano-Sanremo del 2019: quella volta era stato Peter Sagan a riconoscere la bravura del francese che per primo tagliò il traguardo su via Roma.
Alaphilippe è il corridore che pensa alle emozioni e non ai numeri e per questo non ama il confronto con chi ha già vinto questa corsa. Nell’anno della pandemia il francese ha vinto i Mondiali in Italia, la realizzazione di un sogno che lo ha portato poi a scegliere le ultime corse da affrontare per chiudere la stagione. Decise di saltare la Freccia Vallone e puntare su Liegi e Fiandre, ma la scelta non fu fortunata.
In questo nuovo anno Alaphilippe è partito bene, ma c’erano ancora le ombre di un finale di stagione difficile. Ha corso bene Julian, ma vincere le Classiche è un’altra cosa. Poi mercoledì le ombre sono svanite e, grazie alla sua terza vittoria alla Freccia Vallone, oggi il cielo per lui è più sereno.
Qualcuno parlò a Julian di una sorta di maledizione legata alla maglia iridata, ma il francese sorride pensando a questa storia, convinto che i successi si costruiscono con la fatica e l’impegno, anche se un po’ di fortuna torna sempre utile.
«Certo, ho sentito parlare di questa cosa della maledizione sulla maglia, ma non ho mai dato importanza né ci ho nemmeno creduto». Per quanto riguarda la Liegi-Bastogne-Liegi dello scorso anno, il campione della Deceuninck-Quick Step è consapevole dei propri errori, ma non ne fa una tragedia perché la possibilità di riscatto arriva per tutti e lui questo lo ha già dimostrato.
«L'anno scorso ho sbagliato, tutto qui. Non so se ho attaccato troppo presto o troppo tardi. Se fossi stato più forte, avrei vinto».
Per il francese iridato la Doyenne dello scorso anno è un capitolo ormai chiuso e pensa a quello che potrebbe succedere oggi in corsa. Ci saranno i suoi avversari, Primoz Roglic, Tadej Pogacar, Alejandro Valverde e Maximillian Schachmann. Non sarà facile vincere, ma Alaphilippe correrà con la testa libera dai pensieri.
«Spero di correre bene oggi, ma qualunque cosa accadrà, la mia settimana è già più che positiva. Sul Muro di Huy le sensazioni sono state buone ed è stata la conferma che ho lavorato veramente bene. Naturalmente mi piacerebbe vincere qui, la Liegi era uno degli obiettivi di questa stagione».
Alaphilippe correrà da favorito e questo vuol dire essere controllati in gara e muoversi sarà più difficile per lui. «Capisco di essere il favorito, ma la Liegi è una gara diversa dalla Freccia Vallone. Ci sono molti più chilometri e molte più salite. Sarà una corsa più aperta e la lotta per la vittoria inizierà prima rispetto alla Freccia. Gli attacchi potranno arrivare a La Redoute, anche se spesso i giochi si fanno sull'ultima salita, la Côte de la Roche-aux-Faucons. Il percorso è cambiato e il precedente mi si adattava meglio con il Saint-Nicolas alla fine e l'arrivo in pendenza ad Ans. Ma l'anno scorso ho dimostrato di poter gestire anche il nuovo finale».
Julian Alaphilippe conosce molto bene la Doyenne e nel 2015 salì sul secondo gradino del podio alle spalle di Alejandro Valverde. Lo scorso anno arrivò ancora secondo ma poi venne retrocesso in quinta posizione. La vittoria andò a Roglic e il campione del mondo è ancora convinto che lo sloveno sarà il favorito. «Penso che Roglic sia l'uomo da battere. Ha vinto l'anno scorso e ora ha dimostrato di essere molto forte. Il modo in cui ha attaccato sul Muro di Huy è stato impressionante. Già ai Paesi Baschi aveva fatto capire di stare bene. Ma posso dire che anche io sono molto soddisfatto della mia forma. La vittoria di mercoledì è stata la conferma che ho lavorato bene. L'obiettivo è sempre stato la Liegi-Bastogne-Liegi, una gara che mi sta a cuore. Sogno di vincerla, soprattutto da campione del mondo. Ieri ho fatto una nuova ricognizione del percorso e posso dire che non vedo l'ora di correre».