Non ci crede ancora e forse gli serviranno giorni e non solo ore per capire: «Non capisco ancora bene quel che ho fatto - dice a a caldo Stuyven - per fortuna quando mi ha raggiunto Kragh Andersen ho avuto la possibilità di respirare qualche secondo, poi sono partito nello sprint con le poche energie che mi erano rimaste nelle gambe. Per fortuna è stato abbastanza...».
E ancora: «In fondo al Poggio mi sono detto "o tutto o niente" e quindi sono partito, ma non era certo un attacco programmato. Semplicemente ho visto che c'erano ancora troppi velocisti, e quindi ho deciso di giocarmi il tutto per tutto. Un'emozione fantastica, la mia prima vittoria in una classica monumento, è davvero difficile trovare le parole. Credo ci vorranno giorni per rendermi conto di quel che ho fatto...».
Lei oggi per la prima volta ha conquistato una Classica Monumento e allo stesso tempo è salito per la prima volta sul podio di una Monumento. È sempre stato considerato uno specialista delle corse da un giorno: come mai il grande successo è arrivato solo oggi?
«Ho costruito il mio palmares in questi anni con calma. Ho avuto anche delle belle vittorie ma mai una monumento. Alla Roubaix sono stato competitivo e penso di esserci andato vicino, ma penso sia meglio vincere una monumento che fare 10 volte il secondo posto».
La corsa si è decisa negli ultimi chilometri: cosa è successo sul Poggio?
«Sapevo che sul Poggio ci saremmo studiati per capire chi avrebbe fatto la prima mossa. In cima al Poggio ho visto che c’erano ancora corridori veloci e ho capito che dovevo fare qualcosa. C’erano anche i tre migliori e io non avevo compagni di squadra. Ho fatto una fatica pazzesca ma sono riuscito a resistere. Probabilmente sono stati gli ultimi chilometri più difficili della mia carriera, ma conquistare la Sanremo è qualcosa di incredibile e così sono riuscito a resistere. Quando sono partito c’erano anche i tre migliori e forse hanno atteso per studiarsi e così sono riuscito a vincere»
Lei vive a Monaco vicino alla Liguria: quante volte è venuto sulle strade della Milano-Sanremo per studiare il percorso?
«Veramente non molte volte, in particolare nell’ultimo anno a causa del lockdown. Penso di essere venuto in Italia solo quattro volte è solo la scorsa settimana sono venuto in allenamento a provare la Cipressa e il Poggio».
Lei è di Leuven e sulle sue strade il prossimo mese di settembre si correrà il Mondiale. Può essere questo un segnale positivo per questo grande appuntamento?
«Speriamo che sia di buon auspicio è un Mondiale che finisce a casa mia e questa vittoria potrebbe essere un buon segnale. Ma prima di correre il Mondiale ci saranno altre corse, altre classiche. Mi piacerebbe esserci e correre bene. per cui spero di essere selezionato dalla nostra nazionale».
Rispetto agli altri anni siete arrivati in Via Roma con un gruppo un po’ più numeroso. A suo avviso come mai c’è stato un finale così?
«È stata una corsa veloce il ritmo è stato alto, dopo la Cipressa c’erano almeno 30 corridori in avanti e non c’è stato nessun team che è riuscito a fare il ritmo. Prima della Cipressa forse qualcuno che voleva fare la differenza, forse non c’è riuscito e per questo siamo arrivati con un gruppo un po’ più ampio rispetto a quello che succede negli altri anni».
Cosa le piace fare quando non corre in bici?
«Quello che faccio oltre la bici dipende da come è organizzata la settimana. Mi piace molto cucinare, preparo cibo molto sano e mi piace anche stare con la famiglia e con gli amici».
Lei non era tra i favoriti e la stampa ha parlato poco di lei: è rimasto male per questo?
«Penso che sia normale che altri corridori siano stati menzionati e forse i tre favoriti per questa Sanremo sono anche più forti di me nell’uno contro uno. Ma oggi ho dimostrato che nessuno è imbattibile».
Jasper Stuyven, che compirà 29 anni il 17 aprile, è un uomo da classiche sin dalle categorie giovanili: campione del mondo tra gli juniores nel 2009 e bronzo nel 2010, anno in cui ha vinto la Parigi-Roubaix. Tra gli Under, secondo di nuovo a Roubaix e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi.
Passato professionista nel 2014 e da sempre in forza alla Trek Factory Racing, non è un vincente ma spesso nelle classiche è protagonista. Per lui vittorie alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne nel 2016, quarto posto alla Parigi-Roubaix nel 2017 e vittoria nella Omloop Het Nieuwsblad nella passata edizione.