Siena è silenziosa, non è la corsa della ripartenza di agosto e non è neanche quella chiassosa del 2019, quando a vincere fu uno straordinario Alaphilippe. Oggi Strade Bianche dovrà essere un esempio per il nostro ciclismo, dimostrando che anche senza pubblico, le corse si possono fare. I negozi per lo più sono chiusi, perchè Siena è in zona rossa e anche piazza del Campo sarà diversa, nessun applauso per il vincitore o urla nelle strade.
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Questa è la Strade Bianche del 2021, che aspetta di scrivere il nome del più forte. I favoriti come in ogni corsa ci sono, sarà la sfida tra Belgio e Olanda, tra Wout e Mathieu che, lasciate le bici da ciclocross, si misureranno ancora una volta sulle strade di ghiaia fine della Toscana. Sarà lo scontro tra la Deceuninck-Quick Step e l’Astana, senza dimenticare la corazzata della Jumbo-Visma. Sarà questa Strade Bianche anche la corsa dell’UAE con Davide Formolo, secondo lo scorso anno, e un Tadej Pogacar che vuole impressionare.
Questa Strade Bianche potrebbe essere anche la corsa di Alberto Bettiol, che queste strade le conosce come le sue tasche e del giovane Simon Carr, forte ma un po’ inesperto. Questa è una corsa che non puoi immaginare, ma che devi vivere, perché le incognite sono tantissime. Se piove saranno in vantaggio i corridori potenti, quelli che sanno spingere sui pedali quando le ruote affondano nella ghiaia sciolta che diventa colla. Se la ghiaia sarà asciutta, in vantaggio saranno i corridori molto tecnici, veloci e agili allo stesso tempo. Per vincere questa corsa bisogna attaccare e sorprendere e cercare di rimanere sempre in testa, per mangiare meno polvere possibile, che ti entra nelle narici e che ti brucia negli occhi. Strade Bianche è una corsa speciale, che si ama e si odia allo stesso tempo, tutto dipende da chi sarà a comandare.
La terra di Siena è tinta di rosso come la sua creta e i suoi sterrati bianchi sono dominati dalla polvere che travolge i corridori. Le insidie sono tante e le forature sono il pericolo maggiore. Perché fermarsi vuol dire perdere la corsa. A piazza del Campo vincerà solo un corridore, il più forte, il più abile e anche il più fortunato, perché su queste strade, gli imprevisti si susseguono. I chilometri da percorrere saranno184, con 11 settori di sterrato pari a 63 chilometri, cioè il 34% del totale e salite che sfioreranno il 18%.
Su queste strade i corridori si trasformeranno e dovranno tirar fuori tutta la loro forza per rimanere davanti. Dopo tanta fatica si arriverà nel centro di Siena e sarà la salita di Santa Caterina ad accompagnare il vincitore fino al traguardo. Si attraverserà la zona de La Piana, il settore di sterrato che porta a Boncovento, Montalcino, poi Torrenieri, con il 5° e 6° settore di sterrato quasi attaccati. Dopo Monteroni D’Arbia c’è il 7° settore, quello di San Martino in Grania, con i suoi 9,5 chilometri di polvere da attraversare. A Ponte del Garbo la corsa avrà già fatto una selezione importante, ma è a Monte Sante Marie, che l’inferno si accenderà, perché questo è il tratto più difficile della corsa. A far paura ci sarà anche Colle Pinzuto, con la sua salita secca che arriverà al 18%. Per finire i corridori arriveranno a Le Tolfe con l’ultimo settore di sterrato, posto a 13 km dal finale. Una salita breve ma dura con pendenze che arriveranno al 18%. Da questo momento saranno pochi a fare la corsa vera e a giocarsi la vittoria. Non ci sarà tanto sole e le temperature non saranno elevate. La pioggia non dovrebbe esserci, anche se marzo è il mese più imprevedibile dell’anno e nonostante le poche gocce di pioggia cadute ieri sera, le strade sterrate saranno compatte e la battaglia per la vittoria certamente non mancherà.