Davide Formolo è cresciuto e il 2020 per lui è stato un anno speciale. Per il corridore della Valpolicella ci sono stati, per esempio, il secondo posto alla Strade Bianche e la nascita della sua prima figlia Chloe, subito dopo la Vuelta di Spagna.
Il nuovo anno per lui si è iniziato con l’UAE Tour, nel quale ha contribuito ai successi di Pogacar e della UAE Emirates. E domani, dopo il secondo posto alle spalle di uno straordinario Wout Van Aert, correrà con una maggiore consapevolezza e l’obiettivo di arrivare primo sul tragurdo di Piazza del Campo.
Un buon inizio, quello dell’UAE Tour...
«Abbiamo vinto la nostra corsa e per noi è stato un momento molto importante. Ho aiutato Pogacar in gara e il risultato è stato fantastico. La condizione pian piano sta crescendo e sono molto soddisfatto di quello che ho fatto, anche se all’inizio di gennaio ho avuto qualche piccolo problema».
Lei è arrivato in Toscana mercoledì e ha fatto una ricognizione del percorso di gara: quali sono state le sue impressioni?
«Per me è sempre un’emozione correre su queste strade, non soltanto perché lo scorso anno ho conquistato il secondo posto, ma perché le strade sterrate mi fanno ricordare quando ero un ragazzino. Avevo una moto con la quale facevo ciclocross e andavo su strade simili a queste nella Valpolicella e adesso che le faccio con la bici mi sale nuovamente l’adrenalina. E’ una sensazione incredibile».
Percorrendo queste strade ha ripensato alla gara dello scorso anno?
«Certamente, perché lo scorso anno per me è stata la prima volta che partecipavo a Strade Bianche e quindi adesso posso fare dei confronti. Ricordo ogni metro della gara che ho fatto e ripercorrere oggi queste strade mi dà tante emozioni».
Che gara è stata quella?
«Una bella sorpresa per me. Naturalmente in gara non si parte mai per fare un secondo posto e si cerca sempre di vincere, ma arrivare secondo alle spalle di un corridore che ha dominato l’intera stagione è stata veramente una bella soddisfazione. Ho perso l’attimo giusto per andargli dietro quando ha attaccato in discesa, ma come prima volta direi che è andata molto bene».
Lo scorso anno avete corso su strade completamente asciutte, quest’anno potrebbe essere diverso. Quanto influisce il meteo in una corsa come questa?
«Il meteo è in miglioramento rispetto a quanto ci aspettavamo inizialmente. Io ad esempio ho fatto lo sterrato del Colle delle Finestre sia con lo sterrato bagnato che asciutto e la differenza è tantissima. Sulle strade bianche quando piove la ghiaia fine si scioglie e la ruota affonda nel terreno, mentre quando è asciutto pedali molto più facilmente. Comunque su una strada bianca bagnata o umida è facilitato il corridore potente, mentre quando è asciutta va più forte il corridore tecnico».
Quali saranno i punti in cui la corsa potrebbe entrare nel vivo?
«Questa è una corsa imprevedibile, dove qualcosa potrebbe accadere anche quando non te lo aspetti. Lo scorso anno a Sante Marie ci fu battaglia e rimanemmo in pochi, l’importante è stare sempre davanti».
Strade Bianche è una corsa che piace al pubblico ma anche a voi corridori. Qual è il fascino di questa corsa?
«Per noi corridori questa è una gara dura, difficile e bella, mentre il pubblico rimane affascinato dal colore delle strade e dalla polvere che si alza in corsa. Sono convinto che diventerà presto una Classica Monumento, se guardiamo i partecipanti sono tutti campioni e corrono come se fosse un Monumento. E in più è la prima corsa da un giorno importante della stagione».
Chi saranno gli uomini da controllare?
«Nei giorni precedenti una gara importante come questa non guardo mai chi ci sarà al via, non voglio condizionarmi in alcun modo. Comunque si può facilmente intuire chi sono i favoriti e tra questi vorrei esserci anche io».
Quale sarà la strategia della sua squadra?
«Andremo forte e staremo davanti, cercando di staccare tutti gli altri. Dopo il risultato che ho fatto lo scorso anno, Pogacar ed io saremo le punte della squadra. Anche Tadej ha corso lo scorso anno, ma il risultato migliore fu il mio».
Dopo Strade Bianche quali saranno i suoi impegni?
«Farò la Tirreno-Adriatico e poi la Milano-Sanremo, quindi andrò in altura per preparare il Giro d’Italia. Correrò anche al Tour de France per essere di supporto a Pogacar, anche in vista dell’appuntamento olimpico».
Da pochi mesi lei è diventato papà: quanto incide la paternità nella vita di un corridore?
«E’ qualcosa di straordinario, è come nascere una seconda volta, veramente uno stimolo in più che ti porta a dare il 110%. Era già qualche anno che volevamo avere un figlio e abbiamo aspettato il momento migliore per averlo. Mi è cambiata la vita, prima andavo a fare una corsa con uno spirito agguerrito, adesso vado a petto in fuori, con la voglia di fare veramente bene e rendere mia figlia orgogliosa per quello che faccio. Oggi corro e voglio vincere per lei».