Per lasciarsi alle spalle un anno da dimenticare, Giulio Ciccone è tornato a casa, a Brecciarola di Chieti. Nel 2020 Cicco ha provato sulla sua pelle cosa significa soffrire a causa del Covid-19 e per colpa di questo maledetto virus che ha messo alla prova tutto il mondo non è riuscito a svolgere il suo lavoro come avrebbe voluto dopo infinite ore sui rulli e i sacrifici che richiederebbero tre stagioni in una. Lo scalatore della Trek-Segafredo guarda al futuro con un pizzico di fatalismo in più e la voglia di un'auspicata normalità.
«Il 15 dicembre sono tornato in Abruzzo per festeggiare il mio compleanno (ha compiuto 26 anni il 20, ndr) con la torta di mamma e Natale a casa, come tradizione vuole. Non c'è restrizione che tenga, cascasse il mondo a fine anno mi ritaglio appositamente del tempo per stare in famiglia. Per il 2021 desidero tornare alla normalità, purtroppo non dipende solo da noi. Non cerco riscatto in termini di prestazione o performance perchè nonostante tutto ho sempre dimostrato buoni valori, ma più fortuna» ci svela il geco d'Abruzzo.
«A livello agonistico voglio tornare super competitivo al Giro d'Italia per riscattarmi dopo la brutta figura di quest'anno. Con la squadra non abbiamo ancora definito i programmi, quindi non so se accadrà già quest'anno o tra due, ma spero quanto prima di poter disputare una corsa rosa come quella di due anni fa (nel 2019 vinse a Ponte di Legno, nel giorno del Mortirolo, si laureò miglior scalatore e poco dopo vestì per due giorni la maglia gialla di leader al Tour de France, ndr). Per raggiungere l'obiettivo mi sto allenando come sempre, lavoro giorno per giorno, con serenità, senza affrettare troppo le cose. Esagerare è controproducente».