Oggi Annemiek Van Vleuten è arrivata sul traguardo alzando le braccia al cielo, esultando soddisfatta come una vera dominatrice, peccato che prima di lei fossero arrivate altre due atlete che si erano già divise i primi due posti. Sono passate solo quattro tappe eppure sembra più che mai certo che anche quest’anno la corsa alla rosa sia ormai una sfida chiusa tra la campionessa del mondo e se stessa. Aveva già messo le cose in chiaro nella prima frazione in linea, quella dello sterrato dell’eroica, ieri ha arrancato sulla rampa di Assisi, una piccola débâcle per ricordare poi ancora una volta chi comanda.
Annemiek sembra volersi prendere proprio tutto, preziosi secondi nella generale, ma anche le vittorie di tappe lasciando per le altre solo le briciole, come una vera dominatrice che può decidere a suo piacimento la sorte di tutte le altre.
«È di un altro pianeta, questa non la battiamo più» dicono già molte del gruppo. Eppure la campionessa del mondo che nel frattempo, giusto per ricordarlo, è anche campionessa europea e campionessa uscente delle due passate edizioni del Giro Rosa, non ha proprio l’aspetto di una che vuole dettare legge ad ogni costo. Basta osservarla fin dalla mattina al raduno di partenza: è sempre una delle prime a presentarsi, inganna l’attesa camminando su e giù tra i mezzi delle altre squadre, saluta e scherza, si ferma con il pubblico e ha una battuta pronta per ogni avversaria, quando perde addirittura sorride come se avesse vinto lei.
È a questo punto che con un po’ di sana cattiveria ci viene da chiederci: finge o è tutto vero? Cioè mi spiego meglio: dietro il sorriso della Van Vleuten si nasconde l’assoluta certezza di aver ormai il Giro in pugno o la tremenda consapevolezza di avere un punto debole? Seppur l’assurdità della domanda sia evidente, rispondere è quanto mai impossibile anche perchè la diretta interessata sta al gioco. Quanto successo oggi è l’ennesimo esempio della difficoltà di tale esperimento di laboratorio. L’olandese infatti non ha semplicemente tagliato l’arrivo esultando, ma è anche salita sul podio stappando con gioia la bottiglia della prima classificata e mandando in tilt l’intero cerimoniale di premiazione. «Semplice - qualcuno potrebbe dire - chiedetele cos’è successo». Eppure qualcuno ad Annemieke il “cos’è accaduto?”, l’ha chiesto non una, ma più volte ottenendo come risposta l’ennesimo dribbling della domanda.
La campionessa del mondo preferisce come sempre rispondere con un sorriso, farsi spiegare dietro al palco dalla vincitrice di giornata, lontana da occhi indiscreti quell’unica cosa che lei non è riuscita a controllare. Al pubblico e alla stampa intanto si mostra sempre disponibile, tenta di sciogliere ogni dubbio, sorride e ricorda il distanziamento e l’importanza del ciclismo femminile.
Sa di essere la più forte o è consapevole di non esserlo? Ormai è come un disco rotto che si ripete all’infinito, per riuscire a rispondere ci occorrerà aspettare fino alla fine pendendo dalle labbra dell’ennesimo plot twist, ma se proseguirà la sinfonia suonata in queste tappe presumo che non ci saranno più dubbi circa il fatto che sia lei la più forte in assoluto.