Eros Capecchi ha ripreso ad allenarsi su strada e, come tutti i suoi colleghi, macina chilometri e pensa ad una ripresa, seppur complicata: «Essere tornato in strada per allenarmi è stato speciale. È vero che anche durante il periodo invernale stacchiamo per qualche settimana, ma non è la stessa cosa, possiamo uscire di casa e quindi abbiamo diversi modi per poterci svagare. Quelle provatenelle scorse settimane sono sensazioni che porterò sempre dentro di me. I due mesi di quarantena sono stati faticosi, sia fisicamente che psicologicamente: siamo stati costretti a pedalare guardando un muro ma purtroppo i rulli erano l’unica alternativa per cercare di mantenere una buona condizione fisica» racconta il portacolori del Team Bahrain-McLaren a tuttobiciweb.
Come dire che non ci si rende conto dell’importanza delle cose fino a quando non iniziano a mancare: «Fino a qualche mese fa davamo tutto per scontato, persino il vento che ammetto essere un grande compagno di viaggio anche quando ce l’hai a sfavore. Mi è mancata la sensazione di pedalare all’aria aperta e ammirare i panorami del nostro bellissimo Paese, che tanti ci invidiano. Ho partecipato ad una tappa del Giro d’Italia Virtual e a due del Giro di Svizzera, sono state tutte molto impegnative. E vi dirò che si pedalava più forte che in corsa. Sono state delle belle iniziative che ci hanno permesso di assaporare, per quanto possibile, l’atmosfera delle corse e ci sono servite anche per fare passare il tempo più velocemente».
E ancora: «La ripresa? Me la immagino complicata. Ci saranno molte precauzioni e linee guida da seguire in modo meticoloso. Viaggiare sarà pericoloso e temo che, fino a quando non ci sarà un vaccino, sarà tutto molto difficile. Abbiamo ripreso ad allenarci su strada ed è sicuramente un passo avanti, bisogna cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno. Non è una situazione facile per nessuno e per quei corridori in scadenza di contratto (Eros ha firmato con la Bahrain-McLaren fino al 2021, ndr) sarebbe utile trovare una giusta soluzione in modo tale che possano giocarsi le loro carte nel miglior modo possibile, sicuramente non meritano di concludere la carriera in questo modo, almeno questo è il mio pensiero».