Per combattere il coronavirus, niente di meglio che combinare sicurezza, allegria e azioni concrete per aiutare chi ci aiuta. Questo è quanto realizzato ieri da Andrea Vendrame e Sacha Modolo insieme ad Alberto Stocco, titolare del ristorante Ca’ del Poggio e dell’hotel Villa del Poggio a San Pietro di Feletto (TV). In collegamento streaming su Facebook, i due corridori hanno brindato a distanza col padrone di casa e hanno raccontato aneddoti legati alla loro carriera: le imprese, i retroscena, il rapporto col mondo del ciclismo, i momenti gioiosi ma anche quelli difficili e le relative risalite (proprio a Ca’ del Poggio, peraltro, Vendrame posò truccato da Joker per il numero di febbraio di TuttoBici). Alla conversazione ha partecipato pure l’ex ciclista dilettante Giandomenico Santarossa.
Ma soprattutto, Vendrame e Modolo hanno lanciato l’asta benefica che fino al 1 maggio mette in palio le loro maglie da gara autografate (AG2R La Mondiale e Alpecin Fenix) il cui ricavato sarà devoluto alla Protezione Civile di Conegliano, loro paese natale. Le indicazioni per partecipare si trovano sulla pagina Facebook “Ca’ del Poggio”.
Così alcuni dei protagonisti hanno commentato oggi l’iniziativa per tuttobiciweb:
Stocco: «Il Muro di Ca’ del Poggio (gemellato con altri celebri “muri” come quelli di Grammont e di Bretagna, è la salita simbolo delle colline del Prosecco, ndr) è emblema di promozione del territorio ed emblema del ciclismo: qui si svolgono gare di tutte le categorie e per tutte le età! Quest’anno vi sarebbe dovuto passare il Giro d’Italia il 23 maggio, ma con il rinvio la situazione è incerta. Ho chiesto ad Andrea e Sacha di partecipare ieri alla serata, per rappresentare questa zona e raccontare vari aspetti del territorio e del ciclismo. Da loro è partita l’iniziativa e io sono ben contento di spingerla, per raccogliere più fondi possibili in favore di chi lavora nel sociale e fornisce aiuto e beni di prima necessità a chi ne ha bisogno. Il legame tra ciclismo e promozione del territorio? Fortissimo, certo. E dirò di più: è uno dei pochi sport che viene fruito gratuitamente dagli appassionati. Per vedere le gare dal vivo non devi pagare nessun biglietto».
Vendrame: «Sia io che Sacha siamo di queste parti. Ci siamo messi a pensare cosa potessimo fare per dare un contributo in questa situazione drammatica, è nata l’idea dell’asta e Alberto si è offerto di farci da spalla. Insieme a chi vincerà l’asta, porteremo personalmente il ricavato alla Protezione Civile. Mi rendo conto che la base d’asta (100€ per ciascuna maglietta) non è proprio bassa, ma penso possa essere un’ottima occasione, ad esempio, per i titolari di grosse aziende. Partecipare permetterebbe anche di farsi anche un nome… Cosa significa questo periodo per noi ciclisti? Una tragedia. Normalmente noi siamo abituati a trascorrere 5-6 ore al giorno all’aperto. Io e altri magari abbiamo il privilegio di avere un giardino dove fare attività fuori casa, ma per chi non ce l’ha è veramente difficile. La ripresa? In questo sono drastico: la vedo molto dura. Innanzitutto non vedo come si possa concentrare un calendario così fitto in tre mesi. E poi non c’è la giusta sicurezza sanitaria: viaggiare e incontrare così tante persone come si fa nei grandi giri è rischioso».
Modolo: «Quando ci siamo chiesti cosa potevamo offrire per dare un aiuto nel nostro piccolo, ci è venuta in mente subito la maglia. A noi dall’asta non viene in tasca niente. Speriamo nel buon cuore di tifosi e appassionati, magari può far piacere spendere due soldini in più per beneficenza. Stando a casa non ci rende conto appieno della situazione che si vive negli ospedali! La ripresa dell’attività? Sicuramente si protrarrà oltre luglio. Il mio pensiero è soprattutto per i corridori giovani e in scadenza di contratto. Il ciclismo di oggi è spietato, se a 20 anni non vinci sei quasi fregato. E ora un giovane rischia di trovarsi con lo stipendio ridotto e il timore di restare a piedi a fine anno. Certo, non è facile per nessuno: vedo anche i miei suoceri, con un’impresa edile ferma da oltre un mese, è difficile per tutti. Però ad esempio, mio suocero al momento di riaprire sarà sicuro di riprendere il suo lavoro. Un ciclista in scadenza, invece?».
La diretta di ieri fa parte di una serie di “interviste social a distanza” realizzate da Stocco ogni mercoledì alle 19, chiamate #APERIsocial, dedicate a tutti i temi che gravitano attorno alle attività territoriali: un modo per rimanere collegati in tempi di fermo forzato.
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