Arrivata in Malesia coi gradi di favoritissima, in quanto unico team del World Tour a prender parte al Tour de Langkawi, la NTT ha in parte deluso le attese. In parte, ovviamente. Il gigante teutonico Max Walscheid ha portato a casa due tappe (oltre al criterium pre-Tour) e la classifica a punti, dimostrandosi uno degli uomini da battere in volata. D’altra parte, però, il leader designato Louis Meintjes non è entrato nemmeno nella top 10 della classifica generale. Mai commettere l’errore, tuttavia, di giudicare solo dalle classifiche…
A spiegarci nel dettaglio cosa è andato storto in casa NTT è Hendrik Redant, ex corridore belga, direttore sportivo del team sudafricano dall’anno scorso, quando ancora si chiamava Dimension Data: «Meintjes ha patito una brutta caduta nella 2^ tappa a Kerteh: a 3 km dall’arrivo, quando abbiamo ripreso il fuggitivo e abbiamo lanciato la volata di gruppo, lui è rimasto coinvolto in un crash con circa 5 altri corridori, la sua bici si è rotta in tre pezzi e lui si è ferito al ginocchio sinistro. Nonostante questo si è rimesso in sella, non si è ritirato e ha continuato a lavorare per i compagni. Certo, non ha potuto rendere al meglio a Genting Highlands, che sarebbe stata la sua tappa, ma tutto quello che ha potuto fare è stato tenere botta senza crollare, ed è riuscito comunque ad arrivare 11° nella classifica generale».
Come reagire a una caduta del genere in una corsa a tappe dove sei tra i favoriti della vigilia? «Io ero molto preoccupato – rivela Redant –, il medico ci ha avvertiti dei rischi connessi alla prosecuzione della corsa, ma Louis era determinato a continuare e vedere cosa sarebbe successo. Il resto del Tour l’ha corso con dei punti di sutura al ginocchio, l’inizio della tappa successiva non è stato facile ma dopo un’ora ha iniziato ad abituarsi, e ha contribuito coi suoi sforzi alle nostre successive vittorie. Per fortuna non sono stati coinvolti i legamenti!».
Non solo Meintjes. Ad avere problemi, seppur di tipologia ben differente, è stato pure il nostro Samuele Battistella. «Nella 2^ tappa – spiega il direttore sportivo della NTT – si è dovuto fermare 3 o 4 volte in preda a fastidi intestinali. Era sofferente anche il giorno dopo, ma poi si è ripreso e ha dimostrato il suo valore: non a caso si è laureato campione del mondo U23. Nell’ultima tappa mi sarebbe piaciuto vedere una sua vittoria, ma il gruppo stava arrivando con Walscheid ben lanciato, quindi ha dovuto fare un preziosissimo lavoro di squadra per garantire al suo compagno e alla squadra di tagliare il traguardo per primi».
Ma per Battistella è arrivata la soddisfazione del primo podio da professionista, nella 6^ tappa. Cosa pensa di lui il d.s.? «Conoscevo i suoi risultati, ma bisognava superare il banco di prova dei professionisti: premesso che qui il livello non era come quello che troveremo in Europa, sta dimostrando di avere la gamba e il talento per poter fare un’ottima stagione. È fantastico sapere di poter contare su tanti corridori veloci».
«Quindi sì – conclude Redant – ci si poteva aspettare di più a livello generale, ma viste tutte le situazioni sono soddisfatto dei risultati. Ho visto un gruppo che ha lavorato di squadra molto bene». Cosa si aspetta allora dall’annata 2020? «Fare meglio della scorsa stagione, decisamente poco esaltante. Dobbiamo proseguire sulla scia di questo inizio 2020, in cui abbiamo racimolato vittorie in 3 continenti. Abbiamo ottime ambizioni riguardo alle classiche e alle corse a tappe più piccole. Chiaramente i tre grandi giri saranno più difficili: cercheremo di stare il più vicino possibile alla top 10, ma il nostro obiettivo realistico saranno le vittorie di tappa. Abbiamo un team valido nelle corse da un giorno».