Le biciclette sono partite tre giorni fa, i corridori si metteranno in viaggio per Calpe oggi. Comincia anche per l’Astana la stagione 2020. Ventotto corridori (un anno fa erano 29, ndr), con soli tre italiani, mai così pochi in quindici anni di onoratà attività nella massima serie. «È vero, avremo solo Boaro, Fabio Felline e mio figlio Davide – spiega Beppe Martinelli, 64 anni, tecnico di lungo corso alla sua stagione numero 11 con i celestini di Alexander Vinokourov -, ma tra il personale l’italianità c’è eccome. Tra tecnici, preparatori, meccanici e massaggiatori, per non dimenticare il cuoco (Daniele Zanieri, ndr), la dietista (Erica Lombardi, ndr) e la responsabile della segreteria e della logistica (Francesca Martinelli, ndr), lo staff è molto tricolore. Con il sottoscritto ci sono Bruno Cenghialta, Stefano Zanini, Federico Borselli, Gabriele Tosello, Francesco Bonini, Morris Possoni, Alessandro Stocco, Andrea Bezzoli, Filippo Ballerini, Umberto Inselvini, Oscar Saturni, Cristian Valente e Leonardo Morelli. I preparatori sono tre e battono tutti bandiera italiana: Maurizio Mazzoleni, Claudio Cuccinotta e Giacomo Notari. Insomma, siamo proprio un gran bel gruppo», dice con soddisfazione il tecnico bresciano di Lodetto.
Dal 5 al 20 dicembre il primo raduno per gettare le basi di una stagione importante e impegnativa. «L’entusiasmo è quello di sempre – spiega a tuttobiciweb il tecnico bresciano che in carriera ha vinto nove Grandi Giri (il Tour con Pantani e Nibali; il Giro con Pantani, Simoni, Garzelli, Cunego e due volte con Nibali; la Vuelta con Aru, ndr). Per me inizia l’11° stagione con l’Astana Premiertech e sono felicissimo di far parte di un gruppo che ormai sento come una mia seconda famiglia…».
A proposito di famiglia, quest’anno ci sarà anche Davide Martinelli, che dopo quattro stagioni alla Deceunick Quick-Step di Patrick Lefevere, approda al team kazako. «Fa sicuramente un certo effetto, forse più a me che a lui – dice Beppe -. Però le nostre strade difficilmente si incontreranno: lui è un corridore da Classiche, io da Grandi Giri. Se quest’anno tornerò anche al Tour? Vedremo, sicuramente sarò in ammiraglia per il Giro d’Italia, ma un po’ di appetito mi è tornato anche per la corsa francese…».
La nuova Astana ha lasciato andare sette corridori: Pello Bilbao (Bahrain), Magnus Cort Niensen (EF), Villella e Cataldo (Movistar), Davide Ballerini (Deceunick), Zeits (Michelton Scott) e Hirt (CCC). E ne sono arrivati altrettanti: Davide Martinelli; il giovane (classe ’95) Alex Aranburu, Oscar Rodriguez, Alekxandr Vlasov (vincitore del Giro Baby nel 2018), il kazako classe ’98 Vadim Pronskiy, il colombiano Harold Tejada (classe ’97) e Fabio Felline. «A fine agosto ero lì che valutavo chi era sul mercato e chi no quando mi è cascato l’occhio su Fabio – racconta Martino -. Ne parlo immediatamente con Shefer, ben sapendo che forse mi avrebbe anche stoppato, invece mi dice: “Non male, ma non è vecchio?”. “Assolutamente no”, ribatto. “Allora parliamone”, mi dice Aleksandr. L’accordo con Fabio l’abbiamo raggiunto a Plouay e sono convinto che potremo fare grandi cose insieme. È un ragazzo di soli 30 anni che non ha fatto ancora vedere tutto il suo potenziale. È una scommessa, ma siamo felici di farla. Partirà subito dall’Australia, e poi vedremo strada facendo. Lui ha voglia, motivazione e talento. Deve solo mettersi in gioco: qui ha tutto lo spazio che vuole per farlo».