La 103ª edizione del Giro d'Italia verrà presentata giovedì prossimo, 24 ottobre, negli studi RAI di via Mecenate a Milano sotto l'egida degli organizzatori di Rcs Sport. Tuttavia, come è già accaduto in passato, il percorso della Corsa Rosa è stato in gran parte svelato dai media. E sarà una sorta di giro a metà, con quasi tutta la costa tirrenica neppure sfiorata. Toscana compresa che per la terza volta negli ultimi 10 anni, resterà senza la corsa rosa.
L'anno scorso, però, furono tre le tappe in Toscana, fra arrivi e partenze. Il presidente del comitato toscano della Federciclismo, Giacomo Bacci, appare sufficientemente fatalista: «Non si possono avere sempre delle tappe nelle nostre zone. Il Giro è ormai un grande business, per ottenere partenze e arrivi di tappe servono molti soldi e la situazione economica in Toscana attualmente non è delle più favorevoli. Andare a battere cassa all'estero, in Ungheria, mi sembra più redditizio. Poi non dimentichiamo che lo staff del Giro è gigantesco e che dà lavoro a molte persone, anche se per un periodo di tempo limitato, perciò non è facile nemmeno per la Rcs far quadrare i conti. Ho comunque un rammarico, che il Giro 2020 non celebri la Firenze-Pistoia organizzata nel 1870. 150 anni fa si svolse la prima corsa ciclistica su strada nella storia del ciclismo italiano e la massima gara ciclistica italiana non avrebbe dovuto dimenticare questa eccezionale ricorrenza, che la coinvolge a pieno titolo».
Maximilian Sciandri, tosco-inglese, ex-ciclista di rango, è il diesse nella spagnola Movistar di Richard Carapaz, il vincitore del Giro 2019 ed esprime di buon grado la sua autorevole opinione: di recente ha partecipato all'Eroica, coprendo in 11 ore e 30 minuti il percorso di 136 chilometri: «Che sudata, queste sono le mie ferie! Mi dispiace molto che il Giro non transiti in Toscana, dove c'è sempre tanto entusiasmo. Sono scelte più economiche che tecniche, chi organizza va dove ci sono i soldi e poi pensa al percorso. È un Giro d'Italia spostato... ad est ed è un peccato che i nostri sportivi, per poter seguire la Corsa Rosa, come punto più vicino avranno Cesenatico. Credo che tornerò al Giro, guidando atleti diversi. Carapaz, Quintana e Landa non hanno rinnovato il contratto e per i grandi Giri punteremo su Mas».
Telegrafico il giudizio di Michele Bartoli, il più fiammingo ciclista italiano di tutti i tempi: «Mi dispiace sicuramente per i tifosi toscani, ma per i corridori cambia ben poco. Riavere il Giro in Toscana sarebbe stato bello, non ci si stanca mai, ma la Rcs fa il proprio lavoro e i sentimentalismi spesso non sono ammessi. Speriamo che sia un bel Giro e io mi fido degli organizzatori che, negli anni, hanno creato un gioiello come la Strade Bianche, una gara bellissima con un percorso che sarebbe stato perfetto per me, se la mia carriera non si fosse conclusa prima. Infine c'è un po' di rammarico per la mancata celebrazione della 150ª Firenze-Pistoia, perché il ciclismo vive di memorie e tradizioni».
A concludere la carrellata è il talentuoso Alberto Bettiol, diretto da Fabrizio Guidi nel team EF Education First e sontuoso vincitore del Giro delle Fiandre 2019: «Il cuore vorrebbe una tappa del Giro in Toscana tutti gli anni, un desiderio però impossibile da accontentare e che cozza contro la logica del business. In più il Giro dispone di sole 21 tappe e quindi non può toccare tutte le regioni italiane ogni anno, così gli sportivi si devono accontentare. Comunque mi piacerebbe molto partecipare al prossimo Giro d'Italia e sono reduce da un 2019 in cui come voto mi darei un bel nove. Oltre alla vittoria quasi insperata ma meritata nel Fiandre, ho fallito la maglia tricolore nella crono per un'inezia e poi sono andato molto bene anche al mondiale, in una giornata terribile per il meteo e su un tracciato massacrante. Diciamo che quest'anno ho avuto due picchi di rendimento, al Fiandre e ad Harrogate, perciò niente recriminazioni: ho dato il massimo e guardo con fiducia al 2020».Alcune indiscrezioni, comunque, fanno pensare che la corsa rosa tornerà in Toscana, forse con più di una tappa, già dal 2021.
da Il Tirreno