Quella di ieri alle Tre Valli è stata per Davide Formolo una giornata all’insegna della sfortuna: il campione italiano infatti era il primo del gruppo coinvolto nell’errore del percorso del finale, uno sbaglio che ha precluso la possibilità di giocarsi la corsa. Questa mattina a Magenta poco prima della partenza della Milano Torino il portacolori del team Bora preferisce scherzarci sù mentre ripensa all’accaduto.
«Quello che è successo ieri fa parte degli imprevisti della vita; certo, noi siamo stati piuttosto svantaggiati però non posso fare altro che riderci su perché più ci penso, peggio è - racconta a tuttobiciweb -. Ho letto in giro vari pareri sia degli organizzatori che dei miei colleghi, sinceramente la prendo come una cosa che è accaduta e basta e forse è simpatica anche da raccontare. Preferisco focalizzarmi su oggi e non pensare più al casino di ieri».
Oggi il campione italiano in carica è impegnato nella Milano Torino, una corsa storia che vede nel finale una doppia scalata al colle di Superga. «Ci aspetta una corsa molto dura soprattutto nel finale, è un’occasione molto appetitosa e spero di poter sfruttare al meglio la buona condizione che anche ieri ho dimostrato di avere. Superga è una salita molto bella ma anche molto impegnativa, molto esigente, in gruppo siamo in molti a conoscerla parecchio bene, personalmente penso di averla fatta almeno dieci volte in gara. Oggi come ieri ci sono tantissimi campioni al via, secondo me gli uomini più pericolosi sono Valverde, Bernal e Mas, ma io mi focalizzerei soprattutto su Alejandro che nelle ultime tre corse in Italia ha fatto vedere che ha una gamba mostruosa».
È grande il desiderio da parte di Fomolo di raggiungere un buon risultato e sulla possibilità di arrivare primo a Superga in tricolore non nasconde un po’ di scaramanzia. «Sarebbe molto bello poter vincere su una salita simbolo come Superga con la maglia di campione italiano, un sogno che non è poi nemmeno così tanto impossibile. Per il momento preferisco non pensare al finale, ma concentrarmi sul fare bene già nella prima parte di corsa, ho troppo paura di portarmi sfortuna da solo».