«E' un colpo durissimo che mi lascia senza parole. Eravamo nemici sempre, ma c'era grande rispetto per l'uomo, per l'atleta e per il rivale». Così Gianni Motta, al telefono con l'ANSA, commenta la scomparsa di Felice Gimondi. «Con lui e ne va un pezzo della storia d'Italia e anche della mia - prosegue Motta -. Eravamo entrambi nati poveri e siamo cresciuti a forza di colpi sui pedali. Eravamo rivali, litigavamo - ricorda -. Una volta lo chiamai e gli dissi basta litigare, Felice, pensiamo solo a correre».
Commosso e scosso dalla notizia anche Ernesto Colnago, il grande costruttore di biciclette che di Felice era grande amico. «Lui è sempre stato un simbolo della Bianchi, ma tra noi c'è sempre stata amicizia e stima - ha spiegato a tuttobiciweb -. Ci si sentiva spessissimo e spesso Felice passava dentro a trovarmi. Ho perso un caro amico».