È tornato in Francia ieri dopo qualche giorno al Giro Rosa, ma non è riuscito a salire al traguardo de La Planchedes Belles Filles. Luca Guercilena, team manager della Trek Segafredo, ha seguito il finale di tappa nell’hotel di Belfort che ha ospitato il suo team.
«Mi è spiaciuto non essere al traguardo, visto come sono andate le cose - ha raccontato il manager milanese a tuttobiciweb - ma ho provato ugualmente una grande emozione. La maglia gialla a noi di Trek Segafredo mancava dal 2015, quando l’aveva indossata Fabian Cancellara che, però, l’indomani sulle strade del Belgio è stato costretto al ritiro a causa di una caduta. Ho aspettato Giulio Ciccone in albergo, l’ho abbracciato e ho condiviso la sua gioia con tutto il team».
E adesso cosa cambia?
«La maglia gialla è un onere e un onore, lavorereremo per difenderla come è giusto che sia, ma dobbiamo restare con i piedi per terra, tanto noi quanto lui. Il nostro dovere è quello di pensare al bene di Giulio e in questo ci vogliamo impegnare».
Spiegaci.
«Ho sentito parlare di nascita del nuovo Nibali, per esempio... Ripeto, restiamo con i piedi per terra: Giulio deve crescere ancora tantissimo, deve lavorare e migliorare nelle cronometro, nella gestione della corsa, anche nel frenare almeno in parte la sua esuberanza, ovviamente senza cancellarla perché è parte del suo Dna. La realtà è che siamo consapevoli di avere un bello scalatore che ieri, in un finale durissimo, ha ceduto di fronte ad un ottimo cacciatore di classiche come Teuns, frenato anche dll’inevitabile mancanza di brillantezza che accusa un corridore come lui, che arriva da un Giro d’Italia dispendisoso nel quale è andato spesso all’attacco cercando il risultato e la maglia azzurra, obiettivi peraltro entrambi centrati. Noi e lui abbiamo la consapevolezza di partire da un’ottima base e siamo pronti a lavorare sodo per crescere insieme».