Oltre ai fumogeni, le contestazioni. Il ciclismo non si fa mancare nulla. Domenica alla Liegi-Bastogne-Liegi si è chiusa l’epoca dei trionfi targati Sky (337 dal 2010, tra cui sei Tour, un Giro, una Vuelta, la Sanremo e la Liegi-Bastogne-Liegi), e al Giro dello Yorkshire si è aperto un nuovo capitolo: quello della INEOS.
Dai “marginal gains” al “fracking”, che non è propriamente un dettaglio, ma il motivo della contestazione. Il “fracking” è difatti la tecnica di fratturazione idraulica che sfrutta la pressione di un fluido (acqua, azoto o prodotti chimici) per fratturare le rocce e aumentare il ritmo di estrazione di petrolio e gas. Negli Stati Uniti è prassi abituale, per molti ecologisti una delle cause di possibile inquinamento delle falde acquifere.
Sir Jim Ratcliffe, grande capo della multinazionale petrolchimica Ineos, nonché l’uomo più ricco della Gran Bretagna con un patrimonio stimato attorno ai 21 miliardi di sterline (24 miliardi di euro), rimanda al mittente ogni tipo di accusa: «Se questo sistema fosse pericoloso, non sarebbe stato permesso in America – dice -. E’ un peccato che al nord Inghilterra, che ha una forte industria manifatturiera, sia impedito di avere energia a basso costo, e che il governo ascolti una rumorosa e minuscola minoranza piuttosto che la scienza».