Se ne parla ma non tantissimo: sui giornali. Ma l’argomento è sulla bocca di tutti, anche alla Tirreno-Adriatico e non solo lì. La cosa curiosa è che per la prima volta un corridore dice apertamente di essere stupito del fatto che pochi giornalisti fanno domande sull’argomento, che è poi l’operazione Aderlass (“salasso”).
Thibaut Pinot fa sapere che «La vita continua e c’è da guardare avanti». Tom Dumoulin, come è sua abitudine, non si nasconde dietro ad un dito e nemmeno ad uno stucchevole «no comment». Anzi a Ciro Scognamiglio della Gazzetta dello Sport spiega che la confessione di Georg Preidler, 28enne austriaco della Groupama-Fdj (dal 2018) dopo 5 stagioni nel gruppo diventato Sunweb dal 2017, l’ha parecchio turbato: «È terribile, mi sono sentito tradito», ha spiegato aggiungendo: «Mi sono sorpreso che mi sia stato domandato poco su questo argomento finora. I giornalisti ne devono parlare. Bisogna mantenere alta l’allerta, il doping non è scomparso dal nostro mondo».
Ricordiamo che l’operazione Aderlass è scattata a fine febbraio durante i Mondiali di sci nordico di Seefeld, Austria, con 9 arresti e le immagini shock di una autoemotrasfusione di un arrestato. Al centro la figura di Mark Schmidt, ex medico tedesco che nel ciclismo aveva lavorato per la Gerolsteiner. Nel ciclismo ha subito confessato un altro austriaco, Stefan Denifl. Nel garage di Erfurt (Germania) di Schmidt sono state sequestrate di 40 sacche di sangue. Dall’interrogatorio del medico Schmidt, effettuato nei giorni scorsi a Monaco di Baviera, sono attese novità: alcune fonti danno per certo il coinvolgimento di uno sportivo italiano.