Con la fondazione che porta il nome di suo fratello Michele, Marco Scarponi sta portando avanti un progetto dedicato alle scuole che si chiama «Precedenza alla Vita». Intanto sta lavorando, con Subwaylab, a un documentario che ha il titolo provvisorio di «Gambe», riprendendo lo struggente saluto a Michele che Marco lesse al suo funerale, «gambe che si sono nutrite di catechismo, di feste, di carnevali, quando ancora ci si riuniva mesi prima per fare i carri, feste dell’uva, interminabili ore nella scuola di Sant’Ignazio, di fughe in bicicletta fino al bar per un ghiacciolo, gambe e pranzi di comunione in casa, gambe e vecchie scuole medie, gambe e futuro, lungo, lontano, prospero». Il documentario tratterà i temi che la Fondazione sta portando avanti: la memoria, l’utenza fragile della strada, il ciclismo, i familiari delle vittime e la comunicazione riguardo la sicurezza stradale. Non racconterà la vita di Michele Scarponi, ma la nascita della Fondazione. Sabato 19 a Filottrano ci sarà Il KilometroZero della Fondazione, un evento pensato per incontrare la cittadinanza mostrando risultati e progetti, mentre la sera in teatro ci saranno due ct che volevano bene a Michele, Davide Cassani e Roberto Mancini.
Purtroppo la strage di corridori non si ferma. Al dolore per Michael Antonelli, il ragazzo di San Marino della Mastromarco Sensi Nibali vittima di una rovinosa caduta il giorno di Ferragosto durante la Firenze-Viareggio, si è aggiunto a dicembre il dramma di Samuele Manfredi, il diciottenne ligure travolto mentre si allenava sulle strade di casa. A marzo dell’anno scorso aveva vinto la sua prima corsa in Romagna, a Solarolo, la settinana dopo aveva vinto con una lunghissima fuga la Gand-Wevelgem e in aprile era arrivato secondo alla Roubaix juniores, con la maglia azzurra della nazionale. Adesso per lui, come per Michael, possiamo soltanto pregare.
I corridori professionisti italiani, riuniti nell'ACCPI, hanno promosso la campagna #tifatecierispettateci. Il presidente Cristian Salvato insiste perché usiamo le sue parole senza mediazioni. «Al funerale di Michele Scarponi le massime autorità del nostro paese e del mondo dello sport avevano promesso un intervento concreto, invece non è successo niente: si sono fatti belli quando erano sotto gli occhi di tutti, perché era successa una disgrazia. Chi non ha mantenuto gli impegni che si era assunto è un delinquente, così come è un assassino chiunque firma per la realizzazione di una nuova strada senza pensare a chi la percorrerà in bici o a piedi». Presto partirà la raccolta di firme online per una legge «salvaciclisti» effettiva. E l’anima sarà ancora una volta Marco Cavorso, che ha perso suo figlio Tommy, 14 anni, ucciso da un’auto.
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