Dopo quasi 30 ore di viaggio Fabio Aru è finalmente arrivato a Beihai. Partito alle 13.30 da Milano Malpensa, ha fatto scalo ad Hong Kong, per arrivare a Nanning nel pomeriggio cinese. A quel punto sarebbero bastate “solo” 3 ore di bus per raggiungere il primo hotel che lo ospiterà per il Tour of Guangxi ma l'autista ha sbagliato strada e così il trasferimento si è allungato di altre due ore. Se colleghi come Philippe Gilbert e Richie Porte, dopo questo lunghissimo viaggio hanno preferito rinunciare alla conferenza stampa a cui avrebbero dovuto presenziare, Fabio non si è sottratto dagli impegni con i media, davanti ai quali si è presentato con il sorriso dei giorni migliori.
«Non ero mai stato in Cina, è un piacere essere qui. Avevo inserito fin dalla Vuelta questa prova nel mio calendario, sono un po' stanco dal viaggio ma curioso di vedere come sarà. L'anno scorso si è deciso tutto nella tappa in salita, ma la maggior parte delle frazioni sono adatte ai velocisti, vedremo come andrà, senza particolare stress. Le mie sensazioni non sono state ottime nelle ultime settimane, si è visto al Lombardia e se non fosse stato così non avrei mai rinunciato alla maglia azzurra al mondiale, ma voglio cogliere il meglio da questa esperienza» racconta a proposito dell'ultima corsa World Tour del 2018, che per molti è una “punizione” a cui la squadra li ha obbligati a partecipare e con la testa sono già in vacanza.
Il 28enne sardo della UAE Team Emirates invece di archiviare prematuramente una stagione che gli ha regalato più delusioni che gioie invece ha scelto di intraprendere quest'ultima avventura, per la quale ha riempito la valigia di carne in scatola e tonno. Non si sa mai... «È stata un'annata difficile, ma ho voluto continuare fino alla fine perchè la voglia di correre non mi manca. Sarei potuto benissimo essere già in vacanza e invece, datemi del matto, ma ho voglia di attaccare un altro numero alla schiena. Non ho grandi obiettivi personali per questa corsa, ma sarà importante a livello fisico per capire come sto in vista del primo traning camp con la squadra in vista del 2019, a fine ottobre ad Abu Dhabi».
Fabio non ha ancora deciso dove trascorrerà le vacanze con la sua Valentina, ma ha già bene in testa come si vuole preparare per la prossima stagione. «Non ci sono scuse: nel 2018 mi è mancato qualcosa durante tutto l'anno, sono sempre stato un gradino sotto i più forti. Non ho mai raggiunto il top della mia condizione e lo sport di alto livello, soprattutto per un atleta con le mie caratteristiche, non ti permette di essere al 95%. Qualche errore è stato commesso, ho imparato che non devo strafare. Non ho dimostrato quanto valgo. Sono sincero: non mi sono piaciuto. Mi impegno dal primo all'ultimo giorno dell'anno e voglio che si veda, che i risultati ripaghino i sacrifici miei e di chi mi sta attorno. Ho voglia di rialzarmi, di fare un “reset” e di ripartire. La ruota girerà, ne sono sicuro».