Sono lieto di portare il saluto della Federazione Ciclistica Italiana al Giorno della Scorta. L’appuntamento ha dato e continua a dare un contributo prezioso di proposte e di stimoli in tema di sicurezza nelle manifestazioni ciclistiche. Tema che sta a cuore a tutti noi che operiamo nell’ambito dell’istituzione sportiva, ai dirigenti, agli atleti, ai direttori sportivi e di corsa, ai commissari di gara. Negli ultimi tempi, grazie anche a questa convergenza d’intenti tra le varie componenti, sono state introdotte alcune norme innovative che hanno alzato il livello di sicurezza delle manifestazioni ciclistiche. Al riguardo l’Italia rappresenta ormai un modello di riferimento. Se si considera il numero di manifestazioni organizzate durante l’anno sulle strade del nostro territorio, dalle gare dei giovanissimi, agoniste a quelle amatoriali, alle gran fondo, è veramente notevole per qualità ed efficienza il lavoro svolto da tutti gli addetti all’organizzazione e ai servizi che garantiscono il regolare svolgimento prima, durante e dopo gli eventi.
Dobbiamo essere grati ai Ministeri dell’Interno, a quello delle Infrastrutture e Trasporti, alla Polizia di Stato che hanno stabilito un rapporto di collaborazione sinergica con la Federazione Ciclistica Italiana, un tavolo permanente di consultazione e confronto dove la Federazione si fa interprete e tramite delle istanze emerse nei numerosi convegni e in occasioni come questa gestita dal G.S. Progetti Scorta.
Da questi incontri sono scaturite le disposizioni della nuova Disciplinare per le Scorte Tecniche alle competizioni ciclistiche. Tutti i partecipanti a questo appuntamento ne sono a conoscenza, ma proprio il sondaggio effettuato nel 2014 dal G.S. Progetti Progetti Scorta in collaborazione con il G.C. Fausto Coppi Cesenatico in occasione della Nove Colli aveva segnalato come il 33% dei partecipanti le ignorasse totalmente o in parte. Dunque “repetita juvant”, se non altro a misurare i passi avanti fatti dal momento in cui si è deciso di pedalare insieme nella stessa direzione.
In sintesi:
- Con la modifica del 27 febbraio 2012 la materia che attribuisce alla Federazione Ciclistica Italiana un ruolo centrale nell’attività di formazione delle scorte, era stata già oggetto di un significativo intervento normativo. Nei primi due anni di applicazione del nuovo modello formativo si erano manifestate, tuttavia, alcune criticità nella gestione dei corsi di formazione e di aggiornamento relative soprattutto alla loro durata, ritenuta eccessiva.
- Con la modifica del 22.7.14 (G.U. 17.10.14) si è perciò intervenuti sulle tematiche della formazione delle Scorte stesse e sulle prerogative dei Direttori di corsa. Da una parte sono stati abbreviati i tempi formativi. Aderendo alle nostre richieste, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Interno ci hanno consentito di ridurre a 9 ore didattiche il corso per il rinnovo del certificato di abilitazione al servizio di scorta, in modo che possa essere svolto in una sola giornata. Quello per gli “ASA” è stato, invece, portato a 5 ore didattiche. D’altra parte, l’abilitazione al servizio di scorta è stata facilitata: oggi si può conseguire anche con il possesso della patente A2. Ciò significa portare nuova linfa e ringiovanire i ranghi degli abilitati al servizio.
- In merito alle prerogative dei Direttori di corsa, si è stabilito che sulla loro autovettura siano posti i dispostivi supplementari di segnalazione visiva a luce lampeggiante gialla già in dotazione ai veicoli di inizio e fine gara ciclistica e a quelli di scorta. Ciò evidenzia la centralità del Direttore di corsa nell’apparato di sicurezza. Ruolo che assume tutta la sua importanza con la definizione dei poteri attribuiti nell’ambito dello spazio compreso tra i cartelli mobili di “Inizio gara” e “Fine gara”, di cui all’art. 360 regolamento CDS. La modifica del Disciplinare pone fine ad ogni dubbio in merito. Nell’ambito spazio-temporale della manifestazione debbano essere rispettate solo le regole sportive approvate dal CONI e non quelle del Codice della Strada. Per i concorrenti ed i conducenti dei veicoli del seguito fanno testo solo le disposizioni dei regolamenti sportivi e le indicazioni fornite dal Direttore di corsa. Durante la gara non vigono le norme di comportamento della circolazione ordinaria quali la mano da tenere, il sorpasso, la precedenza, la distanza di sicurezza, ecc. Anche l’utilizzo delle cinture di sicurezza o meno è in relazione alla funzione svolta dal conducente o dai passeggeri nell’ambito della competizione.
- Infine, molto importante è anche la facoltà del Direttore di corsa di allontanare dalla gara tutti soggetti non autorizzati o che recano disturbo o intralcio alla corsa stessa avvalendosi se necessario degli organi di polizia.
- Resta inteso che la sicurezza deve essere sempre posta al primo posto e che occorre rispettare l’ordinaria prudenza. Perciò il buon senso, l’informazione, la formazione e la preparazione delle scorte, degli atleti e di tutti gli addetti al seguito sono elementi fondamentali.
Le disposizioni anzidette indicano il grado di credibilità e di affidamento di cui gode il movimento ciclistico italiano organizzato presso le istituzioni, con la Federazione in veste di garante. La nostra azione non si limita, ovviamente, al contesto delle manifestazioni ciclistiche. Sappiamo bene che il ciclista corre i pericoli maggiori durante l’allenamento e l’attività svolta in “zona non protetta”. Il casco obbligatorio anche fuori delle competizioni rientra nella misure a tutela dei nostri praticanti. Per quanto concerne l’enorme massa degli utenti della bicicletta a fini personali di mobilità, ricreazione, salutari e turistici, il problema investe responsabilità e competenze che investono le istituzioni centrali, regionali e locali. Riguarda la politica della mobilità sostenibile, l’organizzazione e difesa del territorio, il risparmio energetico, la lotta all’inquinamento, la tutela della salute. L’Europa stessa, tra i suoi sette obiettivi strategici per migliorare la sicurezza, ha inserito la protezione degli utenti “deboli”, siano essi pedoni e ciclisti. Tutti noi del mondo del pedale ci sentiamo coinvolti e svolgiamo una funzione attiva d’informazione, a partire dalle Scuole e dai giovani. Ho apprezzato molto le iniziative realizzate dell’Emilia Romagna con il G.S. Progetti Scorta. l livello nazionale la Polizia di Stato porta avanti un progetto legato alla sicurezza denominato Icaro, quest’anno dedicato al tema della bicicletta. Si sviluppa in tutte le provincie, dedicato alle scuole primarie e secondarie a cui viene collegato un concorso del MIUR “Sicuramente in bici”. Nell’ambito di questo progetto rientra anche l’A BI CI, il pieghevole che abbiamo realizzato per sintetizzare le regole da rispettare nell’utilizzo della bicicletta. Con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sempre con il supporto del MIUR, abbiamo varato il progetto “Sulla buona strada … in bici” destinato alle Scuole Secondarie di 1° grado nel quale la Federazione, attraverso le Scuole di Ciclismo riconosciute sul territorio nazionale, mette a disposizione i propri tecnici per fornire tutte le nozioni utili, in collaborazione con il corpo docente della scuola. Alle nostre iniziative partecipano ogni anno centinaia di istituti scolastici, migliaia di alunni e di famiglie. Facciamo la nostra parte anche sostenendo ovunque sia possibile l’attuazione di percorsi ciclabili e di ciclodromi, per i quali abbiamo predisposto progetti tipo da presentare ai Comuni interessati. Il lavoro che abbiamo di fronte è vasto e complesso. Quanto più pedaliamo insieme, Federazione, Enti, Associazioni, Società di base, tanto più contribuiamo ad innalzare l’Italia al livello delle nazioni più avanzate in Europa e nel Mondo. Mai come oggi la diffusione della bicicletta e il suo utilizzo in condizioni di sicurezza sono un parametro di civiltà e di progresso.
Renato Di Rocco
Dalla brochure del Giorno della Scorta – Faenza, 29 novembre 2015