Non è di tutti i giorni una circolare del Ministro dell’Interno come quella del 13 aprile, in cui si chiede ai Prefetti di prestare maggiore attenzione al transito delle gare ciclistiche di rilevanza nazionale.
Si richiama l’attenzione sull’importanza dei provvedimenti di regolazione della circolazione e quindi l’opportunità che questi siano più consoni alla consistenza della gara, alle caratteristiche dei percorsi e alle specificità territoriali, con l’adozione di prescrizioni più omogenee tra le varie province.
Si invita anche, cosa del tutto nuova, ad organizzare un adeguato coordinamento tra le Prefetture anche di regioni attigue, con momenti di confronto a cura dei Prefetti capoluogo di regione, avvalendosi di informazioni, suggerimenti e consulenze delle strutture periferiche di Polizia Stradale, fino alla stessa Direzione centrale del Servizio, punto di riferimento per ogni eventuale necessità.
Il linguaggio usato nella circolare, a firma del Ministro Alfano (anche questa ha la sua importanza), è molto attento alla forma per non dare l’impressione di una esplicita richiesta a “cambiare passo”, oppure, di ledere l’autonomia che i Prefetti hanno in materia di circolazione stradale.
Ma la novità della circolare resta molto forte: per il ciclismo e per la sicurezza delle sue gare più importanti, il Ministro dell’Interno chiede ai Prefetti più attenzione specifica e misure di adeguata proporzionalità.
Segno evidente che gli organizzatori di queste manifestazioni hanno fatto salire la loro voce fino ai piani alti del Palazzo, lamentando le ingiustificate difficoltà che spesso devono affrontare, ancorché vessati da provvedimenti più inclini alla burocrazia, all’appiattimento, piuttosto che alla concretezza ed al dinamismo che serve per agevolare le attività di rilievo sportivo e sociale, seppure sempre nel rispetto delle esigenze della generalità dei cittadini.
Segno infine, di una FCI che ha saputo farsi ascoltare in nome della propria competenza ed autorevolezza.
Silvano Antonelli