Un sommesso consiglio a chi amministra le nostre città: se avete davvero a cuore lo mobilità sostenibile, come lo chiamate voi, abbiate un occhio di riguardo in più per le bici. Offrendo, prima di tutto, strade sicure: non significa soltanto ciclabili degne di questo nome (lo riga bianca tracciata poco prima del margine destro della carreggiata al massimo può definirsi corsia preferenziale, ma di qui alla protezione ne passa ... ), bensì percorsi che non ricordino i campi di addestramento per soldati. Buche, asfalto sbriciolato e cattiva manutenzione in genere rendono difficile il controllo delle bici: l’insicurezza del ciclista è il primo passo per togliere sicurezza anche a chi gli transita nei paraggi. Un sommesso consiglio agli automobilisti: sforzatevi di vedere le biciclette come un qualsiasi altro mezzo di circolazione, non come un ostacolo. Succede nella maggior parte degli altri Paesi europei, possibile che in Italia non ce lo facciamo? Vale per tutti, non solo per chi guida vetture che, ironia della sorte, hanno sul cofano un simbolo che sembra un mirino: un ciclista non è un bersaglio da eliminare, sorpassandolo a prescindere. E’ come un trattore, un’auto elettrica, un’apecar: se si aspetta con quelli, si può tranquillamente aver pazienza anche con le bici. Evitando, magari, improvvisi quanto nevrotici colpi di clacson: nella maggior parte dei casi, servono soltanto a spaventare, aumentando i rischi. Per chi pedala e per chi vuole passare. Un sommesso consiglio anche a chi va in bici: lottate (lottiamo) per avere strade più sicure, ma tendiamo anche lo mano a chi può darcela. Evitando di creare difficoltà al resto della popolazione in movimento. Ad esempio, cercando di rispettare il più possibile gli spazi altrui: ha ragione il ciclista che sta vicino al ciglio, meno quello che viaggia in mezzo alla strada. Oppure quelli che, in coppia, pedalano appaiati. 0, in gruppo, si allargano sentendosi più protetti: è il modo migliore per non esserlo. Perché lo prima regola per far valere le proprie ragioni è non mettersi dalla parte del torto.
Angelo Costa
da "Il Giorno della Scorta 2014"