La crescente attenzione da parte di molte Amministrazioni Pubbliche ai temi della mobilità ciclistica deve, spesso, fare i conti con la frammentazione delle competenze tra i vari uffici regionali creando inevitabilmente disorganizzazione e lentezze burocratiche. Per avere una prima panoramica oggettiva del reale impegno delle amministrazioni regionali verso le "due ruote" FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta e Università degli Studi di Verona hanno appena condotto l'indagine "Cosa fanno le Regioni per la mobilità ciclistica?", i cui risultati saranno presentati venerdì 7 novembre nell'ambito dell'omonimo convegno presso l'ateneo veronese, a cui parteciperà anche Paolo Gandolfi deputato e coordinatore del gruppo interparlamentare amici della bicicletta.
La ricerca, effettuata dai coordinatori regionali FIAB - a stretto contatto con istituzioni regionali e territorio - e coordinata dal consigliere nazionale FIAB Marco Passigato, ha evidenziato le attività in atto nelle diverse Regioni considerando i molteplici aspetti della mobilità ciclistica: esistenza di piste ciclabili, piani per la ciclabilità, leggi specifiche in materia, organi e uffici preposti, iniziative ed eventi di vario genere che hanno come sfondo la bicicletta, iniziative di comunicazione e materiali dedicati, finanziamenti, ecc.
Tra eccellenze e buone pratiche è emersa forte l'esigenza di creare, in ogni Regione, un Ufficio Regionale per la Mobilità Ciclistica, dando così vita, in futuro, a una vera e propria rete in grado di gestire più aree e più competenze con pochi referenti, chiamati a coordinare e ottimizzare lo sviluppo della mobilità ciclistica nei suoi molteplici e articolati aspetti: dai servizi per la bici in città al cicloturismo, passando per l'informazione e l'intermodalità con il treno.
È in questa direzione che FIAB, insieme al Dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento dell'Università di Verona, opera da un paio d'anni attraverso la formazione dei "Promotori della Mobilità Ciclistica": una nuova figura professionale altamente specializzata grazie un percorso formativo teorico e pratico unico nel suo genere. Ai promotori della mobilità è affidato il fondamentale compito di coordinare e rendere sinergici i vari attori della Pubblica Amministrazione a supporto di tutte le attività legate al tema della mobilità su due ruote.
Proprio in occasione del convegno del 7 novembre avrà luogo la proclamazione dei 16 nuovi diplomati del 2° corso di "Promotore della Mobilità Ciclistica" e la presentazione della terza edizione del corso in programma nel 2015.
“Crediamo fortemente nella formazione come risorsa strategica per il miglioramento e lo sviluppo della mobilità in bicicletta” - afferma Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale FIAB. - “Il corso di ‘Promotori della mobilità ciclistica’, a cui si affianca l’importante ricerca esplorativa sullo stato dell’arte a livello regionale della mobilità in bici, prepara una figura professionale con grandi potenzialità, anche in termini occupazionali, nell’auspicio che l'Italia possa avvicinarsi sempre di più al modello delle altre realtà europee di successo.”