Fabrizio Macchi (nella foto con il suo e il nostro grande amico Bruno Arena) continua la sua collezione di titoli: ad Olgiate Olona,
in provincia di Varese e praticamente sulle strade di casa, infatti, ha
conquistato altri due titoli italiani, quello della cronometro e della
prova su strada. Ma quello che sta raccogliendo i "soliti" risultati
è un Macchi tutto nuovo, nell'approccio al ciclismo e nello spirito con
cui sale in bicicletta.
«Proprio così: in questa stagione ho
iniziato a vivere il ciclismo in maniera meno professionale ma con più
passione. Ora lo faccio per divertimento e sto riscoprendo nuovi
stimoli».
A cosa è dovuto questo cambiamento?
«Ad una
svolta di carattere professionale. Ho iniziato una nuova avventura come
sport relationship manager della Genes-x. È un'azienda svizzera che
studia la genetica e mette le proprie conoscenze al servizio del
consumatore: la mission è quella di sfruttare le informazioni genetiche uniche di ognuno di noi per migliorare lo stile di vita. Ciclismo e giornalismo ora sono "retrocessi" al ruolo di passioni, ma non ho nessuna intenzione di abbandonarli».
La nuova esperienza professionale ti porterà a ridurre gli impegni agonistici?
«No,
anche perché grazie ad internet posso lavorare sempre e comunque.
Quindi, dopo i successi in Coppa Europa e nei campionati italiani,
adesso sto preparando l'appuntamento di Coppa del Mondo di fine luglio
in Spagna e poi i campionati del mondo di Greenville».
Continuerai ad essere un pilastro della nazionale, quindi...
«Un
altro ruolo che mi piace molto, quello di poter mettere la mia
esperienza al servizio dei nostri nuovi atleti. Mi piace l'idea di
collaborare con un grande ct come Mario Valentini, mi piace l'idea di
poter insegnare almeno in parte quello che ho appreso in tanti anni di
carriera azzurra».
Quindi l'obiettivo finale restano i Giochi di Rio 2016?
«Più che mai, sì».
Un'ultima
domanda: non c'è proprio modo di sanare la situazione della tua
categoria? Nelle gare di tutto il mondo ti vediamo sempre competere con
atleti che hanno due gambe, seppure con problemi di disabilità.
«C'è un solo modo che conosco per risolvere il problema: svegliarmi domattina e scoprire che mi è cresciuta la gamba...».