In questi giorni la FCI e le varie strutture regionali hanno diramato il seguente comunicato: «Si comunica che il Consiglio Federale, nella riunione del 28/01 u.s., ha approvato le proposte presentate dalla Commissione Nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza come sotto riportate:
A - Modifica Art. 61 del Regolamento Tecnico - L’uso del casco rigido è obbligatorio in tutte le corse e allenamenti per tutti i tesserati di tutte le categorie. Lo stesso casco deve essere indossato nelle fasi che precedono e seguono immediatamente la gara. Il casco deve rispondere alle norme di sicurezza e di protezione dettate dalle materie vigenti.
B - Inserimento nuova segnalazione con bandierina arancio 60x40 - L’inserimento della nuova segnalazione dei punti impegnativi, che andrà a sostituire la bandierina Gialla, può avvenire anche in modo graduale dando così la possibilità alle società organizzatrici e ai motociclisti di adeguarsi a quanto indicato per la nuova stagione agonistica 2015».
Nel primo caso, quello dell’uso del casco, si tratta certamente di una buona soluzione, dettata dal comune buon senso, a cui la CNDCS ha dato voce per eliminare le incongruenze di un Art. 61 del R.T. che ancora oggi fa riferimento a «categorie previste dal C.d.S.» che però non sono mai state definite (perché il Decreto governativo non fu mai approvato), oppure, che per gli allenamenti delle categorie maggiori (senza dire quali), il casco «è fortemente raccomandato». Una affermazione al limite del ridicolo, come se i regolamenti tecnici potessero disciplinare anche le semplici raccomandazioni.
Ma nel secondo caso, quelle delle segnalazioni dei pericoli ad opera dei motociclisti, non altrettanto avveduta ci pare la proposta della CNDCS e la sua successiva approvazione da parte del C.F., soprattutto per ragioni di ordine pratico.
Nella quasi totalità delle corse ciclistiche internazionali è in uso la bandiera di colore giallo, come convenzionalmente adottato nelle gare di velocità per indicare un pericolo senza obbligo di arresto, con la specificità della sua forma triangolare, per indicare contemporaneamente la direzione da prendere per scansare l’ostacolo o per abbordare la curva insidiosa posta poco più avanti.
Immagini televisive da tutto il mondo hanno favorito la diffusione di queste modalità, adottate dalle stesse forze di polizia stradale, che in fatto di sicurezza probabilmente qualcosa ci azzeccano.
E’ una fase in cui le regole della sicurezza vengono generalmente unificate, quasi globalizzate, dove la stessa UCI ha di fatto accettato questo uso della bandierina gialla, seppure senza una sua specifica disciplina.
Ma per la nostra Federazione Ciclistica le valutazioni sono stranamente divenute altre, rifiutando ciò che stava funzionando e che gli altri continueranno a fare.
Quasi esistesse la necessità di affermare ad ogni costo una novità, magari di dubbio effetto, ma che in ogni caso segnasse una discontinuità con ciò che altri avevamo comunque costruito ed affermato nel tempo.
Prossimamente avremo quindi corridori che all’estero si vedranno segnalare i pericoli in un modo e in Italia in un altro.
Che uno spartitraffico non sarà segnalato nel punto in cui questo si trova, ma richiamato da un generico sventolio di una bandiera arancio di un motociclista posto di lato alla carreggiata, oppure nella difficoltà di capire, lungo una discesa, se quella segnalazione vorrà indicare una curva pericolosa o invece un ostacolo improvviso o addirittura l’obbligo di fermarsi.
Magari ci sentiremo proporre anche che certi tratti di prolungato pericolo sarà necessario segnalarli addirittura con motociclisti dritti sulle staffe, che posti davanti ai corridori guidano con una sola mano per sventolare nell’altra la bandiera, come abbiamo visto fare da quelli che immaginiamo abbiano ispirato la novità di cui stiamo parlando e che verosimilmente concorreranno alla stesura delle modalità applicative che la FCI ha promesso di pubblicare quanto prima.
Roba da circo equestre più che da esperti della sicurezza.
In Italia non esiste una cartellonistica codificata ed uniforme per indicare i pericoli o per segnalare i percorsi delle gare ciclistiche, così come non ci sono obblighi minimi per la sua installazione ad opera degli organizzatori.
Non esiste una strategia formativa di coinvolgimento dei corridori sulle norme di sicurezza e di come interagire col personale di scorta e con quanto predisposto dagli organizzatori.
Non esiste un R.T. che obblighi gli atleti a superare le rotatorie soltanto sulla destra per evitare guai ed un eccessivo impiego di volontari.
In diverse Regioni poi mancano gli ASA, scarseggiano le scorte tecniche e si finge di non vedere che le motostaffette non hanno le tessera federale.
Ma tutto questo, messo insieme, per qualcuno probabilmente non pareggiava il conto con il desiderio, dopo oltre 20 anni, di sostituire la bandierina triangolare gialla con un’altra di forma e di colore diverso.
Come dire: era tempo di piantare almeno una bandierina, se non altro per far capire da che parte spira il vento adesso.
Silvano Antonelli - Presidente del G.S. Progetti Scorta
P.S.
Segnaliamo ai nostri interlocutori l’opportunità di ottenere una modifica anche alla circolare del Ministero dell’Interno n. 300/A/55805/116/1 del 09.11.1998, Allegato 2, là dove sta scritto che «il personale incaricato dovrà presegnalare la presenza dell’ostacolo mediante bandierina triangolare di colore giallo avente altezza non inferiore a 50 cm, adottando, in quando possibile, segnali convenzionali non equivoci conosciuti dai concorrenti»..
Questo almeno per evitare imbarazzi di sorta.
da www.progettiscorta.it