Tadej POGACAR. 10 e lode. L’uomo dei cinque colori fa quattro. La sua Uae Emirates controlla senza ossessione, lascia che facciano gli altri prima di fare lei. Poi entra in azione Sivakov, superlativo come pochi, prima che parta secco come un sasso da una fionda Tadej, l’uomo dei record. Quattro vittorie consecutive come solo Fausto Coppi, il secondo monumento nella stessa stagione (dopo la Liegi) ricca di Tour Giro e Mondiale che nemmeno il Merckx del 1972. Cinquantotto gare disputate in stagione, 25 le vittorie (88 in carriera). Numero uno da quattro anni consecutivi, una maglia iridata a certificare quello che era già da tempo. Numero 13 al mondo a 19 anni al suo primo anno da professionista, l’anno successivo numero 2. Le sue ambizioni coincidono perfettamente con le sue vittorie. Quando Tadej desidera una corsa, generalmente la vince. È un collezionista seriale, ma le grandi corse le sa anche distinguere: per questo vince Tour e Lombardia a ripetizione.
Remco EVENEPOEL. 8. È di un’altra categoria, di un’altra dimensione, eppure al cospetto del talento sloveno anche l’oro di Parigi sembra una monetina di conio minore. È la grandezza di Evenepoel che ci fa comprendere fino in fondo il talento assoluto di Tadej. È Remco con la sua classe, il suo talento e la sua tenacia a ingigantire il suo socio di scorribande ciclistiche. Sono due showman nati, solo che Tadej fa più assoli, si prende con più facilità la scena, senza fare scene.
Giulio CICCONE. 9. Al Gran Piemonte ha fatto le prove generali, al Lombardia ci ha provato, ma contro due mostri, contro due “hors categorie” di questa fattezza e rango c’è poco da fare, anche se Giulio fa tanto. Saremo anche la piccola Italia orfana di Vincenzo Nibali, ma con umile determinazione il ragazzo della Lidl-Trek raccoglie un prestigioso e più che meritato podio che lo pone al cospetto di cotanta grandezza. Ci sono sconfitte che hanno valore assoluto, e questa è una di queste.
Ion IZAGIRRE. 6,5. Il 35enne spagnolo della Cofidis fa una corsa d’avanguardia da vero veterano del gruppo, che conosce la fatica, conosce il valore del Lombardia e anche di un quarto posto.
Pavel SIVAKOV. 9. Sulla Colma di Sormano fa tutto lui e annulla il gap dei fuggitivi. Un lavoro efficace come pochi.
Giulio PELLIZZARI. 8. Fa vedere la sua statura di corridore internazionale e di rango. Passa nel World Tour e non per caso. Non è un regalo, quella è la sua dimensione, è la sua tazza di thè. Personalità, lucidità e tenuta. È chiaramente il ragazzo con più talento di casa nostra. Lo dimostra nella corsa in linea più dura del mondo (14°). Fisico acerbo, non ancora strutturato, margini di miglioramento enormi. Come la nostra speranza e quanto il suo talento.
Edoardo ZAMBANINI. 6. Finisce 22°, il 23enne della Bahrain, che tiene in piedi in pratica la squadra.
Matteo FABBRO. 6,5. Il ragazzo della Polti Kometa fa valere le sue doti di passista scalatore. Il ragazzo diretto da Stefano Zanatta e Giovanni Ellena non si fa pregare e osa, ci prova, pur sapendo che non sarà né una passeggiata né tantomeno un compito semplice. Ci prova con il gruppo che condizionerà questo Lombardia numero 118°. Con lui Meurisse (Alpecin), Lopez (Astana), Caruso, Mohorič (Bahrain), Tronchon (Decathlon), Molard e Rochas (Groupama – FDJ), Arensman e Rivera (Ineos), Bernard (Lidl – Trek), Mühlberger e Rubio (Movistar), Martínez (Red Bull), Vansevenant (Soudal), Tusveld e Vermaerke (DSM), Dunbar (Team Jayco AlUla), Kelderman e Benoot (Visma) e Johannessen (Uno X).
Antonio TIBERI. 6. Arriva al Lombardia dopo qualche malanno di troppo (come Damiano Caruso, del resto), ma ci prova e riesce a rientrare su una fuga di sette corridori. Al comando si forma un nuovo gruppo con undici attaccanti. Con Antonio ci sono Harold Martin López (Astana), Rochas (Groupama - FDJ), Julien Bernard (Lidl - Trek), Einer Rubio (Movistar), Daniel Martínez (Red Bull - BORA - hansgrohe), Martijn Tusveld (Team dsm-firmenich PostNL), Mattia Fabbro (Team Polti Kometa), Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla) Wilco Kelderman (Team Visma | Lease a Bike). Poi il nostro ragazzo, portacolori della Bahrain - Victorious si stacca e si ferma.
Giulio MASOTTO. 6. Il 25enne veronese del Team Corratec – Vini Fanini, prende e va. Finché si può, perché non provarci? Se ne va in compagnia di Tobias Bayer (Alpecin - Deceuninck) e Connor Swift (INEOS Grenadiers). Al km 38 il gruppo torna compatto.
Romain BARDET. 5. Pronti via e lui si ferma. Fine delle trasmissioni. Un po’ troppo veloce.
I TIFOSI del ciclismo. 10. Per qualche benpensante Pogacar starebbe uccidendo il ciclismo, rendendolo prevedibile e scontato. Per loro potrebbe allontanare la passione dalle strade: non è così. Sotto il diluvio dell’Emilia, il San Luca era ricolmo di passione e tifo. La Colma di Sormano era ricolma di gente, impazziti per lui, per questo ragazzo con i colori dell’arcobaleno che ha riportato il ciclismo nei discorsi dei bar. Come ai tempi di Pantani, anche chi di ciclismo non sapeva assolutamente nulla si è avvicinato, ne parla con ammirazione e interesse. Poi, come in tutte le cose, c’è chi la pensa diversamente e spegne il televisore: fortunatamente è una minoranza e non sa cosa si perde.