Matteo Jorgenson e Wilco Kelderman hanno avuto il via libera dalla squadra per andare a conquistare la tappa, ma di fronte ad uno straordinario Tadej Pogacar, i loro piani sono saltati nel finale. Lo statunitense della Visma-Lease a Bike fino alla fine ha lottato per la vittoria, ma quando mancavano 3 chilometri al traguardo, alla radiolina avevano comunicato che Pogacar si stava avvicinando. Jorgenson ha subito avuto un cattivo presentimento, che poi si è rivelato reale: lo sloveno con estrema facilità lo ha superato condannandolo al secondo posto e andando a conquistare la sua quarta vittoria in questa Grand Boucle.
«Non credo che dovrei essere troppo deluso, ma c’è una sola persona che domina la corsa in questo momento. Sono arrivato così vicino alla vittoria... Questo Tour e io abbiamo un rapporto piuttosto brutto. Mi avvicino al successo e faccio del mio meglio, ma purtroppo... non va».
Jorgenson ha avuto un’ottima stagione e a 25 anni compiuti da poco vanta già la vittoria finale alla Parigi-Nizza, il successo ad Attraverso le Fiandre e un secondo posto al Delfinato. In questo Tour ha ottenuto invece tre piazzamenti nei primi 10 e tra questi c’è il settimo posto nella prova a cronometro e il secondo di oggi a Isola 2000.
Lo statunitense della Visma-Lease a Bike sperava nel successo di tappa, ma nel finale non aveva più niente da dare e quando Pogacar è arrivato, la resa è stata inevitabile.
«Nel finale pensavo solo al dolore delle mie gambe. Ho dato il massimo che potevo dalla valle alla vetta. Mentre salivo non stavo pensando a niente e nessuno, né al ritmo o altro. A dire il vero, quando ho sentito che Pogacar sarebbe arrivato negli ultimi tre chilometri avevo già una brutta sensazione. Quando mi ha superato sapevo che se avessi seguito la sua ruota mi avrebbe comunque battuto».