Biniam GIRMAY. 10 e lode. Al festival mondiale della velocità il 24enne eritreo conferma di essere il velocista meno velocista del gruppo, ma il più veloce al mondo. Il resto sono solo esercizi di stile, opinioni che non trovano riscontro con la realtà. Philipsen il velocista più forte del mondo? Sì, certo, un anno fa, non quest’anno. Oggi c’è questa “freccia nera”, questo fuscello di velocità e fluidità, così poco velocista a livello morfologico, ma così penetrante che sfugge ad ogni regola e ragionamento. È un piacere vederlo, ammirarlo, applaudirlo: è l’uomo nuovo del velocismo mondiale, che sta attraversando uno stato di forma pazzesco. Vittoria numero 16 in carriera, la 5a in stagione, la 3a in questo Tour, allunga su Philipsen (+ 107 punti): la “freccia nera” è sempre più verde.
Wout VAN AERT. 9. Per il volo pazzesco fatto ieri, per la voglia di restare in corsa è da lode piena. Si butta in volata con lucida follia, perde contro un Biniam che è ispirato come pochi, ma Wout raccoglie un secondo posto che per una volta non gli deve stare stretto. A proposito, anche oggi stretto da Demare, che verrà giustamente declassato.
Arnaud DEMARE. 5. Il 32enne transalpino torna in mischia e fa una volata come ai vecchi tempi, con tanto di irregolarità.
Pascal ACKERMANN. 6,5. Volata generosa, anche se non è sufficiente per uscire dai gorghi.
Mark CAVENDISH. 5. Non fa una volata pulitissima, anzi, tanto è vero che sarà declassato, ma almeno torna a fare una volata.
JASPER PHILIPSEN. 4. Manca MVDP a tirargli la volata, a tirarlo fuori e lui fatica a trovare gli spazi, ma soprattutto non ha l’esplosività giusta per farlo. Davanti a sé ha Girmay, che trova spazi e tempi, ma davanti gli resta. Ha in ogni caso una fortuna, che gli tirano via due corridori e lui limita la giornataccia con un quarto posto anziché un 6°, che in chiave maglia verde vale parecchio.
Arnaud DE LIE. 4. Il giovanotto belga non ha ancora trovato il modo di farsi vedere e apprezzare. Tutto il suo talento è fin qui raccontato, ma non espresso.
Alexander KRISTOFF. 6. Non è un giovincello, ma alla sua età trova ancora il modo di farsi notare.
Primoz ROGLIC. 17. È sempre nei premi, anche se oggi lo prende di mira Lutsenko che lo travolge buttandolo giù. Botta pazzesca, escoriazioni visibili, ma sono quelle meno evidenti che fanno più male.
Fabio JAKOBSEN. 17. «Non sono malato ma c’è qualcosa che non va»: lo dice lui, l’ho pensato e scritto da giorni.
Jonas ABRAHAMSEN. 7. La maglia a pois della Uno-XMobility (in prestito) prende e va con Anthony Turgis (Total Energies), Quentin Pacher e Valentin Madouas (Groupama FDJ). Giornata all’attacco, per raggranellare punti e pareggiare i conti con Pogacar: ora per la maglia a pallini siamo 36 a 36.