Romain BARDET. 10 e lode. Una vittoria ottenuta con una condotta di gara accorta e intelligente. Parte quando deve partire e poi con una generosa resistenza... resiste al ritorno del gruppo. Per il transalpino è il primo successo di stagione, il numero quattro al Tour de France, che gli vale la maglia gialla, la tanto agognata maglia gialla che non gli aveva mai sorriso. Corridore di grandissimo livello e di assoluta correttezza, quando sarà giù di sella c’è già chi lo vede all’interno dell’organizzazione di Aso, alcuni anche come delfino di Christian Prudhomme. Per il momento è un corridore, che si diverte ancora a rincorrere sogni e farsi rincorrere.
Frank VAN DEN BROEK. 10 e lode. Il 23enne olandese del Team DSM-Firmenich PostNL si porta a casa il numero rosso di attaccante di giornata, la maglia verde della classifica a punti oltre alla maglia bianca di miglior giovane, ma nel frattempo spiana la strada al suo capitano, che lo ringrazia come se avesse vinto. Di fatti, non ha perso.
Wout VAN AERT. 7. Si svegliano tardi? Molto probabilmente è così, anche se le forze alla fine erano quelle che erano. Ennesimo piazzamento per il 29enne ultra piazzato, che porta via 4” a Pogacar, in chiave classifica, in chiave Vingegaard. Un terzo posto che dice che sta bene, che c’è e ci sarà.
Tadej POGACAR. 6,5. Vorrebbe portare via subito 4” di abbuono, ma deve fare i conti con il belga che lo anticipa e lo lascia a bocca asciutta. Signori, benvenuti al Tour.
Alberto BETTIOL. 6,5. Chiude al decimo posto, ma ha il merito di provarci. Prova a rientrare sui due battistrada, ma il lavoro gli riesce a metà.
Mads PEDERSEN. 7. È uno dei tanti che si stacca e rischia di arrivare con Van der Poel e compagnia, invece rientra e alla fine fa anche 7°.
Mathieu VAN DER POEL. 5. La tappa di oggi era una piccola Liegi, una classica con quasi 4 mila metri di dislivello: il campione del mondo va in ebollizione molto presto, pure troppo.
Mark CAVENDISH. 5. La tappa è da mal di denti, lui non si vuol far venire il mal di testa e va su con il suo passo. Arriva 174° a 39’12” da Bardet. Il tempo massimo era di 49’11”. Nessun brivido, anche perché oggi era impossibile.
Jonas ABRAHAMSEN. 7. Il 28enne norvegese della Uno-X Mobility è la prima maglia a pois di giornata. Solo per questo merita una sufficienza più che piena.
Ion IZAGIRRE. 7. Il 35enne corridore della Cofidis vince il primo Gpm di questo Tour d’Italie. Per lui 5 punti, 3 per Madouas, 2 per Abrahamsen e 1 per Van den Broek.
Matej MOHORIC. 7. Il vincitore di una Sanremo prende e va di buonora, di buon mattino, in una giornata da canicola che invita non solo alla prudenza, ma al refrigerio. Il corridore del Bahrain Victorious parte con Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Ion Izagirre (Cofidis) e Clément Champoussin (Arkéa-B&B Hotels), Frank Van den Broek (dsm-firmenich PostNL), Sandy Dujardin e Mattéo Vercher (TotalEnergies). In un secondo tempo si accodano a questi sette corridori d’avanguardia Ryan Gibbons (Lidl-Trek) e Jonas Abrahamsen (Uno-X). Questi nove sono i primi ad animare un Tour che per la grande calura rischia di finire rôti, arrostito.
Jan HIRT. 17. Al 33enne corridore ceco sono sufficienti e fatali 300 metri, quelli che conducono dal foglio firma alla linea di partenza. Il corridore della Soudal Quick-Step viene colpito da uno zaino di un tifoso piuttosto indisciplinato e finisce per terra rompendosi tre denti. «Fanno cento regole per le squadre, poi arriva uno con lo zaino e ti fa cadere Hirt», dice piuttosto seccato il team leader Patrick Lefevere. Come dargli torto?
Michele GAZZOLI. 17. Era uno di quei record che avremmo volentieri fatto a meno e penso anche lui: il primo a lasciare la corsa. Il primo ritirato del Tour. Il 25enne bresciano di Ospitaletto va in crisi dopo aver scortato per lungo tempo Mark Cavendish: a sostegno e a detrimento. Per lui, molto probabilmente, un colpo di caldo (oggi davvero pazzesco, il primo di stagione), che manda in ebollizione il ragazzo bresciano.