Jhonatan NARVAEZ. 10 e lode. Resiste, insiste e convince con una volata degna di un Pogacar. Vince la tappa, si mette la maglia, colpo doppio per il 27enne ecuadoriano della Ineos Grenadiers. Prova di altissimo livello per questo ragazzo al terzo successo stagionale, il secondo al Giro d’Italia. Tiene sul San Vito, resiste alle progressioni di Taddeo. Non perde un metro e va a vincere. Mette sale a questo Giro che molti volevano insipido, ma nello sport, come nella vita, nulla è scontato. Nulla è deciso a priori. Lui decide di non mollare la ruota di quello sloveno superfavorito. Lui decide di accelerare e lasciarselo alle spalle, mostrandogli la schiena. Re.
Maximilian SCHACHMANN. 9. Il 30enne tedesco del Team Bora Hansgrohe fa parte della trimurti apicale di questo inizio di Giro. Un due tre: sono loro a dare forma e sostanza a questa corsa rosa tutta da seguire. Lotta con coraggio e determinazione. Mette il naso davanti a quello dello sloveno, che si deve accontentare della terza moneta. Tenace.
Tadej POGACAR. 6. Sufficienza risicata perché è un prodigio e dai prodigi ci si attende sempre il massimo, sempre di più. È lo sconfitto di giornata, ma ha il merito di osare, di provare e fare quello che generalmente fa: dare battaglia. Si dice che con lui lo spettacolo si affievolisce, evapora, ma con uno così lo spettacolo c’è e ci sarà sempre.
Nicola CONCI. 8. Non sta a guardare e va all’attacco. Non si accontenta e tiene duro, nel vivo dell’azione. Porta a casa un 5° posto di sostanza, che sostanzialmente ci dice che questo 27enne trentino dell’Alpecin sta crescendo in continuità e convinzione. Il talento ce l’ha e ora lo sta mostrando al mondo.
Mauri VANSEVENANT. 7,5. Il 24enne belga di Ostenda è abituato a questo tipo di corse, a frazioni da classiche del nord. Era atteso e lui non si fa attendere.
Antonio TIBERI. 7,5. È la nostra grande speranza e al primo appuntamento si fa trovare lì, sul pezzo. Pochi secondi lasciati per strada. Un piazzamento che fa morale e che dice che il ciociaro ha tutto per restare lì a lungo. Speranza.
Geraint THOMAS. 6. Fa una frazione di difesa e lo fa benissimo, senza farsi prendere dalla frenesia, perdendo una manciata di secondi, che non è il massimo, ma nemmeno così tremendo. Saggio.
Filippo GANNA. 7. C’è da stringere i denti, da tenere duro e Filippo lo fa con grandissima classe: non è una novità. Portabandiera.
Damiano CARUSO. 7. È qui per proteggere Tiberi, per accompagnare Antonio. Intanto resta lì, in zona utile, che non è una “comfort zone”, non è così comoda.
Cian UIJTDEBROEKS. 6,5. È il pupo di questo Giro, non è il più giovane, ma con i suoi 21 anni è giovane. Parla poco, pedala bene. Anche oggi. Già da oggi.
Giulio PELLIZZARI. 8. Che testa, che voglia, che classe, che convinzione, che capacità di mettersi in gioco con assoluta determinazione. È un ragazzo di talento, e non è solo un modo di dire.
Lilian CALMEJANE. 7. In fuga tutto il giorno, il corridore della Intermarché - Wanty si porta a casa il Gpm del Maddalena e sul palco la prima maglia azzurra Mediolanum. Si chiama Calmejane, detto “Calme”, ma anche “Calma”, non si candiderà alle elezioni europee e nemmeno alla vittoria finale, ma punta a dare spettacolo, a vincere almeno tappe. Tipo tosto, detto Calmejane.
Domenico POZZOVIVO. 17. Prima caduta del Giro e il lucano della VF Group Bardiani CSF Faizané è costretto a mettere piede a terra. Sistema velocemente il manubrio ma ancor più velocemente rientra in gruppo grazie a Fioretti che lo aspetta e lo pilota. Rientra troppo velocemente, ma poi allo stesso modo paga dazio: troppo veloce.
Romain BARDET. 5. Un Giro subito in salita, peccato che questo sarebbe stato il suo terreno. Il Maddalena gli resta indigesto. Problemi di stomaco: il Maddalena è per il transalpino indigeribile.
Thymen ARENSMAN. 4. Un anno fa l’olandese fu 7° in classifica generale, oggi paga la bellezza di 2’17”. Passo falso.
Julian ALAPHILIPPE. 5. L'ex iridato avrebbe voluto spaccare il mondo, non se ne accorge nessuno.
Andrea PIETROBON. 7. Il ragazzo 25enne bellunese del Team Polti Kometa prende e va, in compagnia di Louis Barré (Arkéa - B&B Hotels), Nicolas Debeaumarché (Cofidis), Lilian Calmejane (Intermarché - Wanty), Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl - Trek) e Filippo Fiorelli (VF Group - Bardiani CSF - Faizanè). È questa la prima fuga di giornata, la prima fuga di questo Giro d’Italia. Come ebbe modo di scrivere Gianni Mura, il ciclismo è l’unico sport nel quale chi scappa non è un vigliacco. Questi sono i primi temerari. E non saranno i soli.
Filippo FIORELLI. 7. Il 29enne siciliano della VF Group - Bardiani CSF – Faizanè) fa suo il primo traguardo al Gpm di Berzano di San Pietro. Filippo precede Louis Barré e Amanuel Ghebreigzabhie. Suo anche il primo traguardo volante posto a Moriondo Torinese. Filippo questa volta ha la meglio su Lilian Calmejane e Andrea Pietrobon. Sul Superga Fiorelli viene preceduto da Amanuel Ghebreigzabhier (Lidl - Trek): sempre nel vivo della corsa, prima di cadere in deliquio.
La GAZZETTA dello Sport. 19. È una delle attività preferite degli appassionati di ciclismo: fare le pulci alla “rosea”. Rimarcare le sue manchevolezze anziché gustarsi a pieni polmoni le cose che vengono fatte. Osservare l’erba del vicino – generalmente quelle de L’Equipe – e non godere di quelle di casa nostra. Oggi la “rosea” ci ha donato la bellezza di 19 pagine speciali. Diciannove pagine in apertura del giornale con tanto di foto poster di Taddeo in prima. Il Giro è appena partito, io sono ancora qui che non ho finito di leggere. Grande lavoro, delizia assoluta.