Si era mai visto un corridore di Taiwan prendere parte al Tour of the Alps? Per quanto possa sembrare strana la risposta è “sì”. Nel 2018 infatti Chun Feng si era fregiato di questo onore prendendo il via da Arco con la maglia della Bahrain-Victorious, la stessa squadra con cui Sergio Tu quest’anno è diventato il secondo atleta del suo Paese a disputare la manifestazione dell’Euregio, un evento questo che gli ha permesso di tornare in Italia quasi due anni dopo l’ultima volta e, come tiene a ricordarci lui stesso, esordire in una corsa categorizzata 2.Pro.
«È bello tornare in Italia. È anche la mia prima gara 2.Pro ed è molto bello essere in questa zona: vi ero già stato in occasione dei Campionati del Mondo di Innsbruck 2018 e mi piace molto» ci ha rivelato il classe 1997 il quale, sorprendendoci, ha poi ammesso di essere a conoscenza della precedente partecipazione di Feng.
«Ci sentiamo abbastanza spesso. Siamo stati compagni di squadra in Nazionale per qualche tempo e lui ha condiviso con me alcune esperienze fatte con la Bahrain quando è stato qui. Che suggerimenti mi ha dato? Più che chiacchierare di ciclismo (sono stato in altre squadre per un po' di tempo e il modo di lavorare cambia ma è abbastanza simile) abbiamo parlato di cose normali, di altri aspetti della vita».
Forte anche di questo confronto, Tu, quattro anni dopo, ha raccolto virtualmente il testimone di Feng al Tota con l’obiettivo, avendo «alcuni uomini molto forti come Wout e Tiberi che hanno fatto molto bene in Catalogna, vengono dall'altitudine e stanno preparando il Giro», di «fare del suo meglio per aiutare i propri leader», una sfida non di poco conto che Tu ha raccolto dopo aver avuto il piacere di difendere la maglia della Bahrain nella corsa che, per ragioni territoriali, sente più di tutte.
«È sempre bello tornare a casa per correre il Tour de Taiwan. Da quando sono diventato corridore ho sempre voluto disputare questa gara, esattamente come ogni corridore vuole correre la gara più rappresentativa del suo Paese. Mi piace molto parteciparvi. Quest’anno, ovviamente, volevo fare bene, la forma c’era ma purtroppo quasi tutta la squadra è finita a terra nella prima frazione quindi non è stato bellissimo, ma nella tappa regina sono riuscito a ottenere un buon risultato chiudendo intorno alla top 20. È stato comunque bello vedere il mio potenziale e i passi in avanti fatti nella stessa gara rispetto agli anni scorsi».
Passi in avanti che, oggi, permettono a Tu di militare in una formazione World Tour, un sogno che tanti vorrebbero realizzare e che lui è riuscito a concretizzare dopo aver messo da parte le ambizioni con un altro tipo di mezzo.
«Ho iniziato ad andare in bicicletta probabilmente all'età di 13 anni. Era più che altro un hobby, mi sembrava bello e così ho cominciato. In realtà, da amante delle auto, volevo diventare un pilota ma questo sogno non si è avverato. Sono comunque arrivato a essere un ciclista professionista ed è qualcosa di altrettanto bello. Il mio obiettivo è quello di correre un Grande Giro, ma anche un Monumento non sarebbe male, vedremo nei prossimi anni».
Intanto, abbracciando il mondo delle due ruote, Tu ha potuto interfacciarsi con tante nuove persone e, allo stesso tempo, misurarsi di persona con l’evoluzione tecnologica di questo sport, due degli aspetti che il ragazzo taiwanese ama maggiormente delle due ruote.
«Apprezzo il fatto di incontrare nuove persone in bicicletta e creare legami non solo con corridori professionisti, ma in generale con le persone perché, secondo me, in bici si è tutti uguali, non importa se si è amatori o professionisti. Posso dire di aver incontrato molte persone diverse, simpatiche, e naturalmente ho apprezzato anche, facendo ora base a Girona, tutte le soste caffè fatte in giro per l'Europa. La velocità e le nuove bici? Da quando sono entrato nel mondo del ciclismo, circa 10 anni fa, la componente tecnologica è migliorata tantissimo ed è fantastico vedere quanti passi in avanti abbia fatto, non parlo solo a livello di abbigliamento, ma anche di materiali e di tutto il resto. Sono una persona a cui piacciono questi aspetti, i dettagli...»
E continuando a riscontrarli e a provarli in prima persona chissà che Tu non arrivi, prima o poi, a prendere davvero il via, dopo il Tota, di un Giro d’Italia o un Tour de France.