Ormai da qualche anno Mattia Cattaneo è sinonimo di ‘garanzia’. L’atleta bergamasco della Soudal-QuickStep ha raggiunto un livello tale da essere imprenscindibile per i capitani dello squadrone belga, e all’occorrenza sa anche come mettersi in proprio, tra prove contro il tempo sempre più convincenti e fughe da lontano. Al Challenge Mallorca 2024 ha cominciato la sua 12esima stagione da professionista, la quinta con il Wolfpack.
Mattia, si riparte. Come stai?
«Sono stato malaticcio 4-5 giorni prima di Natale, ma per il resto l’inverno è stato abbastanza positivo. Qui a Maiorca c’è bel tempo per fortuna, le condizioni ideali per cominciare quest’annata».
Arrivi da una stagione super positiva.
«Il 2023 è stata un’annata importante, bella, e sarei molto contento di poterla ripetere, il che credo spieghi bene quanto sia stato soddisfatto di quello che ho fatto. Ripetersi è sempre complicato, ma sono sereno, motivato e convinto di poter fare un’altra bella stagione».
Ormai sei un veterano in casa Soudal-QuickStep.
«Sì, ho trovato la squadra giusta al momento giusto. Sono 5 anni che sono qui, sto benissimo, sono in mezzo a famiglia e amici e spero davvero di poter restare il più a lungo possibile».
Top 10 mondiale e Top 5 europea a cronometro l’anno scorso. Ti vedremo ancora in veste di cronoman?
«È una disciplina a cui tengo tanto, alla quale in realtà ho sempre tenuto molto, ma che necessita tempo e attenzioni per arrivare ad un livello ‘giusto’. Ci vogliono allenamenti, ma anche studio, per posizione e dettagli vari. Negli ultimi anni ci ho lavorato davvero tanto, ogni settimana faccio tra le 2 e le 4 uscite con la bicicletta da crono, con pedalate anche di 3-4 ore, e credo di aver raggiunto un livello che, per essere Mattia Cattaneo, è tanta roba. Mi piace, e quest’anno la utilizzerò ancora di più…».
Con che obiettivo?
«Le Olimpiadi! Ci sono due posti per la crono, uno è per Pippo Ganna, l’altro ce lo giochiamo noi comuni mortali. Andare a Parigi è il mio grande sogno per questa stagione, non l’ho mai nascosto, e farò di tutto per arrivare pronto in quel periodo della stagione lì».ì
Come si arriva pronti?
«Beh, vorrei raggiungere il picco massimo di forma per il Tour de France, fare un bella Grande Boucle in appoggio ad Evenepoel, e poi giocarmi le mie chances per una convocazione olimpica. Le scelte le farà ovviamente il CT, ma fare bene in Francia penso possa essere il modo ideale per andare a Parigi».
Sarai sempre al fianco di Remco?
«Eccetto qui a Maiorca credo che faremo gran parte delle corse insieme. Farò Volta ao Algarve, Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, che Remco però non correrà, Paesi Baschi, forse le classiche delle Ardenne, Giro del Delfinato e Tour, dove speriamo di toglierci qualche bella soddisfazione».
Quindi non avrai modo molto spesso di puntare a qualche risultato personale…
«Sinceramente non è nemmeno una mia priorità. Qui ho trovato il mio equilibrio, la squadra si fida di me e mi tiene sempre in considerazione, l’unica cosa che desidero, come detto, è il posto all’Olimpiade. Per il resto sono contento del lavoro che faccio. Logicamente se dovesse capitarmi un’occasione cercherò di sfruttarla, ma non è un problema se non capiterà».
A 33 anni in che periodo della carriera senti di essere?
«Sembra stupido dirlo, perché a 33 anni qualcuno potrebbe dirmi ‘ma dove vuoi andare?’, ma io nei primi 4-5 anni di carriera ho corso pochissimo e mi sono allenato relativamente. Quindi è come se fossi al 7° o 8° anno di carriera. Secondo me posso restare almeno un altro paio d’anni a questo livello, anche se poi è chiaro che la carta d’identità non mente e, soprattutto in questo ciclismo, potrebbe incidere ancora di più col passare degli anni. Fisicamente però sto bene, e mentalmente sono più forte di quando avevo 25 anni. Insomma, spero di stare qui per un altro po’ di tempo».