Dal 1996 ad oggi solo il covid ha fermato il Tour de Langkawi. La corsa malese è stata una delle prime gare del continente asiatico ad attirare anche i corridori europei (“bisogna mettere la Malesia nella mappa dello sport e del turismo” disse l’allora primo ministro), ritagliandosi il suo spazio in calendario e mantenendo una certa qualità di partenti, con il risultato che sabato comincerà la sua 27ª edizione consecutiva, se si toglie il 2021 a causa della pandemia, appunto.
I corridori italiani sono stati tra i primi a battezzare il Langkawi: Luca Scinto vinse la seconda edizione, nel ’97, Gabriele Missaglia si impose nel 1998 e Paolo Lanfranchi nel 1999 e nel 2001, con il poker azzurro interrotto solo dal non ancora “nonno” americano Chris Horner, vincitore nel 2000, 13 anni prima di vincere quell’incredibile Vuelta a España. Poi si sono imposti altri buoni corridori come Tom Danielson, José Serpa e José Rujano, ma per ritrovare un altro italiano sul gradino più alto del podio abbiamo dovuto attendere il 2020, con Danilo Celano in maglia gialla, al tempo corridore della formazione malese Team Sapura. Tour de Langkawi, però, fa anche rima con Andrea Guardini, visto che il velocista veronese si è aggiudicato ben 24 tappe complessivamente tra il 2011 e il 2018, lasciando un segno indelebile sulla storia della corsa.
IL PERCORSO
L’arcipelago di Langkawi è formato da 99 isole, ma pur chiamandosi Tour de Langkawi, la corsa quest’anno non toccherà nessuna di queste isole, rimanendo nella parte peninsulare della Malesia (nelle edizioni precedenti è capitato che una o due tappe si svolgessero sull’isola principale, Langkawi per l’appunto). La prima tappa, dunque, andrà da Kerteh a Kuala Terengganu per 187 km, con arrivo dedicato ai velocisti sulla costa che affaccia sul mar Cinese Meridionale.
Storicamente gli sprinter hanno tante occasioni per lasciare il segno su queste strade, e quest’anno non farà eccezione. La seconda tappa è un altro piattone di 186 km, sempre da Kuala Terengganu fino a Kota Bharu, che significa “nuova città” e conta quasi 600 mila abitanti. Qualche insidia in più nella terza tappa, che si sposta nell’entroterra settentrionale, da Jeli a Baling per 183 km. I primi 50 km sono costantemente in salita, con pendenze docili docili, ma quanto basta agli organizzatori per piazzare un GPM di 1ª cat. a Puncak Titiwangsa. L’ultima salita, quella di Sungai Rui (2,3 km al 6,2 %) sarà lontana 37 km dal traguardo, ma potrebbe essere sufficiente a scremare il gruppo, lasciando indietro quantomeno i ragazzi delle Continental locali.
Si torna invece in piena pianura nella quarta tappa, la Bukit Mertajam-Meru Raya di 140 km, che sarà utile per scoprire qualche altro villaggio del verdissimo entroterra di Malesia. Il probabile vincitore della classifica generale lo accoglieremo già il giorno seguente, quando la tappa regina, da Slim River a Genting Highlands per 126 km, disegnerà in maniera perentoria la graduatoria. Questo arrivo sulle Cameron Highlands, sui Monti Titiwangsa, non è certo una novità, dal momento che si ripete fin dalla prima edizione. Si tratta di una salita vera, tosta, che porterà i corridori dal livello del mare ai 1650 metri, per un totale di 27 km di scalata, con due brevi tratti in contropendenza. La prima parte, fino a Bentong, è pedalabile (8,8 km al 4,4%), la seconda è breve ma comincia a farsi impegnativa (4,9 km all’8,3%) e l’ultima che porta a Genting Highlands è sicuramente la più selettiva, coi suoi 8,8 km all’8,6%
Guai però a stare troppo tempo senza gli sprinters, così ecco che il giorno seguente si va da Karak a Malacca per 174,5 km. Si arriva nella città simbolo dell’omonimo Stretto, una delle più antiche e importanti vie marittime al mondo, in quanto principale via di comunicazione tra l'oceano Indiano e l'oceano Pacifico, anche se purtroppo, ultimamente, si è fatta conoscere più che altro per i tanti episodi di pirateria. Tavola da biliardo anche la penultima tappa, che porterà il gruppo da Muar (440 mila abitanti) a Seremban (310 mila abitanti) per 124 km. Il festival dei velocisti si chiuderà nella capitale da 1,8 milioni di abitanti, Kuala Lumpur, nella tappa di 156 km che partirà da Setia Alam. Il vincitore verrà incoronato sotto le Twin Towers di Petronas (main sponsor della corsa), simbolo del processo economico della Malesia.
Sulla carta, l’unica frazione che potrà quindi incidere sulla generale sembra essere quella di Genting Highlands, ma attenzione al fattore ambientale. Lo slogan della corsa, non a caso, è “Beat the Heat”, “batti il caldo”: in questi giorni la temperatura è costante tra i 28° e i 32°, ma l’umidità è all’85%, il che non renderà certo piacevole la pedalata dei corridori. In più, si sta avvicinando il periodo dei monsoni e c’è il grosso rischio che ogni giorno si prendano una secchiata di pioggia. Insomma, elementi che potrebbero rendere la corsa più frizzante ed insidiosa. Ci saremo anche noi in Malesia, muniti di k-way, ombrello o crema solare, a seconda delle esigenze.