GIRO 106. 6. È stato il Giro di taglia, nel senso che calza a pennello a Primoz Roglic, che era chiaramente fin da Fossacesia uno dei punti di riferimento di questa “corsa rosa”, che è stata anche tagliata (Crans Montana) e a tratti poco onorata (Campo Imperatore). Anche bagnato, molto, il che ha probabilmente inumidito le polveri e minato il fisico di tanti. È un Giro di chi ha anche tagliato… la corda, come Remco Evenepoel, che è stato costretto a issare bandiera bianca per il Covid, ma che avrebbe dovuto salutare meglio tutti, in particolare gli organizzatori, i quali l’hanno accolto a braccia aperte come un Re. E come tale l’abbiamo considerato tutti. Per questo tanta è l’amarezza in ognuno di noi: qualsiasi re ha il diritto di abdicare, soprattutto quando c’è un motivo, ma chi è grande e tale si considera, deve sapersi comportare in modo adeguato sempre. Vuoi essere per il ciclismo Sua Altezza reale? Devi esserne all’altezza.
SOUDAL QUICK STEP. 6,5. Sette piazzamenti nei dieci, due vittorie di tappa con Remco, più quattro giorni in maglia rosa. Finiscono la corsa con due soli corridori: Van Wilder e Serri. Il 23enne belga termina la sua fatica con un 12° posto. Per uno che era venuto qui con il compito di pilotare il suo capitano è tanta roba.
INEOS GRENADIERS. 9. Sedici piazzamenti nei dieci, nessuna vittoria al proprio attivo, ma il merito di aver lottato da grandissima squadra fino alla fine, anche se ha dovuto rinunciare per una caduta a Tao Geoghegan Hart, che mai come quest’anno sembrava essere il più in palla. Si affida al Signor G, che se qualcuno non avesse capito il perché, ora può comprendere bene perché viene definito da tutti in gruppo un Signore. Intelligente e acuto, ironico e garbato, il Signor G con il suo comportamento e le sue parole è il premio più bello finito a Roglic. Mister G, un Signore Senza Fine.
UAE EMIRATES. 9. Diciotto piazzamenti nei dieci, con tre vittorie all’attivo (Ackermann, McNulty e Almeida). Terzo posto finale con il portoghese Joao Almeida. In un Giro piuttosto avaro di emozioni, loro qualcosa cercano di farlo.
GROUPAMA FDJ. 7,5. Dieci piazzamenti, con un piazzato naturale: Thibaut Pinot. Il transalpino che ama l’Italia getta al vento perlomeno due vittorie. Si porta a casa la maglia azzurra Mediolanum di miglior scalatore del Giro. Non è chiaramente un premio di consolazione, anche perché è stato consolato molto prima.
JUMBO VISMA. 10. L’avvicinamento al Giro non è stato dei migliori, anche l’inizio è stato parecchio tormentato, ma alla fine c’è poco da dire: vince il migliore. Quello che ha saputo gestirsi fin sul proprio terreno: la cronometro del Monte Lussari. Tredici piazzamenti nei dieci, la maglia rosa portata a Roma: c’è solo da applaudire.
BORA HANSGROHE. 6,5. Un nono posto finale con Kämna, senza lode e senza infamia. Due vittorie di tappa con Nico Denz. Nel complesso cinque piazzamenti nella top ten, per un team che forse avrebbe voluto di più, ma in ogni caso non torna a casa a mani vuote.
BAHRAIN VICTORIUS. 8,5. Due vittorie di tappa con Milan e Buitrago. Quindici piazzamenti nella top ten, il quarto posto finale con il nostro Damiano Caruso, che forse avrebbe anche meritato il podio di Roma, ma alla fine va bene così.
TEAM ARKEA SAMSIC. 5. Tre piazzamenti. Barguil ad oltre 24 minuti: fine.
ALPECIN DECEUNICK. 6. Una vittoria di tappa con Groves, poi dodici piazzamenti che danno un senso ad un Giro corso più perché era da disputare che per la voglia di correrlo.
INTERMARCHÈ CIRCUS. 6,5. Undici piazzamenti, con una squadra che in ogni caso si dà da fare con quello che ha.
TEAM DSM. 8. Squadra che si inventa letteralmente un Giro e alla fine raccoglie una bella vittoria di tappa con il nostro Alberto Dainese e per cinque giorni veste la maglia rosa con il norvegese Leknessund.
MOVISTAR. 6. Una tappa con Rubio, poi tanta fatica. Come squadra? In classifica appena davanti alla Eolo Kometa.
TEAM JAYCO ALULA. 8. Quindici piazzamenti, due vittorie di tappa con Matthews e Zana, poi un 7° posto finale in classifica con l’irlandese Dunbar. Onorano la corsa rosa dal primo giorno e mettono in mostra il campione d'Italia Zana, che fa vedere al mondo una maglia che vale e che vale anche lui.
TREK SEGAFREDO. 7. Erano venuti soprattutto con l’intenzione di vincere tappe e ne portano a casa una con Pedersen. Si sbattono come pochi e raccolgono quattoridici piazzamenti nei dieci, l'ultimo cn Kirsch secondo sul traguardo di Roma. Avrebbero potuto fare di più? Chiaramente sì, ma hanno avuto troppi problemi.
EOLO KOMETA. 7,5. Due settimane da sogno, l’ultima di grande sofferenza. Dal 7° posto di squadra della seconda settimana al 13°, ma è in ogni caso un grande Giro, che sarà ricordato per la vittoria di tappa di Davide Bais.
ASTANA QAZAQSTAN. 6,5. Otto piazzamenti, e poco altro fino all'arrivo sui Fori Imperiali. Poi arriva l'inossidabile Cavendish.
AG2R CITRÖEN. 6,5. Una vittoria di tappa con Paret-Paintre, sei piazzamenti in totale. Un quinto posto nella speciale classifica per team del Giro.
CORRATEC SELLE ITALIA. 6. Alla fine è dura, ma lo sapevano anche loro. Due piazzamenti nei dieci, ultimo posto nella classifica per team. Tanta esperienza, qualche applauso, ma non si poteva pretendere da loro la luna.
GREEN PROJECT BARDIANI CSF FAIZANÈ. 6. Cinque piazzamenti, il 16° posto nella classifica dei team. Con un pizzico di fortuna il loro Giro poteva essere migliore, ma bisogna sapersi accontentare.
EF EDUCATION EASYPOST. 6,5. Due vittorie di tappa con Healy e Cort, e tanta battaglia, spesso un po’ così.
ISRAEL PREMIER TECH. 6. Mancano di vittorie, ma raccolgono dieci piazzamenti. Ci sono, spesso e volentieri.
COFIDIS. 5. Vengono per raccogliere tappe, ma raccolgono il minimo sindacale. Tre piazzamenti: punto.