ROMA - Manca poco all’arrivo della prima e-bike con lo stabilizzatore che renderà le cadute dalle due ruote soltanto un lontano ricordo. Un sistema che funziona un po’ come l’Esp, il controllo elettronico della stabilità che ha rivoluzionato la sicurezza delle automobili, adattato però alle biciclette a pedalata assistita grazie alla collaborazione tra il marchio tedesco Gazelle e l’Università Tecnica di Delft nei Paesi Bassi.
La rapida diffusione delle e-bike che sono molto più pesanti e veloci delle tradizionali biciclette, ha fatto registrare un aumento degli incidenti e delle cadute dei ciclisti, soprattutto nella fascia degli over 55, anche in paesi evoluti dal punto di vista della sicurezza della mobilità su due ruote come quelli del Nord Europa. A partire dalla Germania che sta vivendo un vero boom delle e-bike ma che nel 2020 ha registrato anche un incremento delle vittime del 20% rispetto all’anno precedente. Anche modelli di biciclette considerati molto sicuri come quello “olandese” che permette una guida in posizione eretta, nella versione elettrificata si sono rivelati più pericolosi delle versioni tradizionali. Per questa ragione Gazelle, uno dei brand leader del mercato tedesco, in partnership con i ricercatori di Delft, dal 2016 stanno lavorando a un sistema di assistenza anticaduta. Nel 2019 l’università ha presentato il primo prototipo di bici dotata del sistema di assistenza intelligente al manubrio che grazie a una controsterzata riesce a stabilizzare la due ruote in caso di perdita dell’equilibrio o distrazione, a partire da una velocità superiore ai 4 km allora.
Si tratta del primo sistema al mondo in grado di mantenere la bicicletta in posizione verticale grazie a una serie di sensori sistemanti lungo il telaio, che controllano i 25 parametri fisici responsabili delle cadute e quando si accorgono della perdita di stabilità della bici, trasmettono le informazioni a un chip che elabora le informazioni, individua il tipo di caduta che si sta verificando e attiva la risposta di un motore, posto in un cilindro sotto il manubrio, in grado di calibrare una giusta controsterzata che perette alla bicicletta di rimettersi in linea. Il sistema, funzionava già bene due anni fa, quando è stato presentato all’interno del politecnico olandese ma mostrava due grossi limiti.
Il cilindro con lo stabilizzatore posto sotto il manubrio si presentava esteticamente ingombrante ed era molto costoso per il mercato dei grandi numeri ma soprattutto aveva bisogno di fare esperienza su strada per raccogliere maggiori informazioni sulle diverse tipologie di caduta. Informazioni che adesso vengono trasformate in algoritmi che permetteranno al processore di dare comandi sempre più precisi al motore della stabilità, per calibrare la migliore risposta anti caduta possibile. Nel frattempo è in corso la miniaturizzazione del cilindro che stando alle ultime indiscrezioni trapelate, dovrebbe essere completamente integrato nella parte superiore della forcella, in un nuovo prototipo, probabilmente quello definitivo, che dovrebbe vedere la luce entra la fine dell’anno.