Succede, alle Olimpiadi succede. Ovunque ti giri c'è un campione, un numero uno, un grande. E questa sera sulla navetta riservata ai media ho incontrato Bradley Wiggins, qui in veste di commentatore tecnico per Eurosport. Incantato dall'atmosfera dei Giochi Olimpici, che resta speciale anche se viviamo un'edizione che è priva di colori, di entusiasmo attorno agli eventi.
Bradley possiamo farti una domanda? «Certo, volentieri» mi risponde sorridente e ben più disponibile di quando era corridore, anche quando glielo faccio notare, confidandogli che è l'unico atleta tra quelli che ho intervistato negli ultimi 11 anni ad avermi mai messo in soggezione. Decisamente più importante è che sia l'unico nella storia del ciclismo ad aver conquistato titoli mondiali e olimpici sia su pista che su strada, in aggiunta al Tour de France. Un fuoriclasse stilosissimo che in questa nuova veste ha piacere di parlare e svelarci i suoi pronostici per le sfide a cinque cerchi. Così mentre raggiungiamo il Tokyo Olympic Stadium le domande diventano dieci, venti e non è più una intervista ma sembra quasi una chiacchierata tra amici...
Sei a Tokyo2020, i Giochi Olimpici più attesi e discussi di sempre. Che atmosfera avverti?
«Sono arrivate in Giappone molte più persone del previsto e la gente del posto inizia ad essere sempre più coinvolta nell'evento. Si è parlato molto del fatto che i giapponesi non volessero i Giochi a causa del Covid, ma negli ultimi giorni sempre di più sostengono gli atleti e indossano il merchandising con il logo di Tokyo2020, quindi mi sembra davvero una buona atmosfera».
Senza tifosi questi sono però Giochi strani... Come inciderà sulle performance degli atleti l'assenza del pubblico?
«Favorirà alcuni atleti e rappresenterà un ulteriore ostacolo per chi si “gasa” grazie agli incitamenti e potrebbe accusare il gareggiare nel silenzio. Mi aspetto di vedere prestazioni inusuali, c'è chi sotto pressione rende di più e chi va in pezzi, preparatevi ad assistere a molte sorprese».
Quali ricordi hai delle tue partecipazioni?
«Le mie prime Olimpiadi a Sydney sono state speciali. Entrare nella mensa e trovarmi al fianco di campioni come Linford Christie, Ato Boldon e gente così non mi era mai capitato. Mi sono ritrovato di colpo in mezzo ai campioni che avevo visto in televisione crescendo. Anche vedere Steve Redgrave alle sue ultime Olimpiadi fu un'emozione...».
I tuoi favoriti per le corse su strada?
«Nella gara maschile di domani dico un nome secco: Wout Van Aert perchè sta volando e può contare su un team come il Belgio fortissimo. Tra le donne scommetto su Anna Van der Breggen per la forma in cui si presenta dopo aver vinto il Giro d'Italia Donne. Penso che abbia dimostrato di essere davvero in condizione, sarebbe un bel colpo se riuscisse a ripetersi 5 anni dopo Rio de Janeiro. Oltre a lei occhio anche alle altre olandesi, in particolare ad Annemiek van Vleuten e Marianne Vos».
Cosa pensi di Filippo Ganna, che cercerà di andare a caccia di una medaglia sia su strada che su pista? Neanche tu, che sei il suo idolo, sei riuscito nell'impresa di vincere due ori nella stessa edizione.
«Sicuramente sarà il grande nome del ciclismo italiano dei prossimi anni. Penso decisamente che possa replicare il suo successo a cronometro in pista. L'Italia ha una formazione forte nell'inseguimento a squadre. Pippo è un atleta fenomenale e ha dimostrato che se qualcuno può compiere quest'impresa è lui. Ha dimostrato che può essere competitivo in diversi tipi di corse, va bene in una corsa a tappe di tre settimane come il Giro d'Italia così come in prove più brevi. Penso che questi Giochi saranno il momento chiave per definire che atleta diventare. Io il suo idolo? È lui il mio».
Chi sarà la sorpresa delle gare su pista?
«Le Olimpiadi possono regalare sorprese, quest'anno come detto ancora di più, ma molto raramente ne regalano molte. Solitamente sono gare prevedibili. Penso che l'inseguimento a squadre sarà interessante, la Gran Bretagna ha vinto l'inseguimento a squadre alle ultime tre Olimpiadi. Quest'anno per confermarsi dovrà lottare strenuamente con gli australiani, i danesi e gli azzurri».
Elia Viviani sfilerà come portabandiera dell'Italia. Non era mai successo a un ciclista nel nostro paese prima d'ora... «Che bella notizia! Mi sembra giusto che abbiate rimediato a questa mancanza, Elia è il miglior atleta che potevate scegliere per rappresentare la vostra squadra. Se lo sbandierare il tricolore fosse una disciplina olimpica sono sicuro sarebbe campione olimpico».
Dai un consiglio a chi partecipa per la prima volta alle Olimpiadi...
«Goditela, non sai se questa magnifica opportunità ti si ripresenterà di nuovo».
Guarda le olimpiadi su discovery+ con il commento di sr Wiggo