Senza volerlo Komenda, piccolo Paese a nord delle montagne slovene, è diventato il centro del ciclismo di un’intera nazione, perché è in questo piccolo borgo che Tadej Pogačar è nato ed ha iniziato ad andare in bici.
Entrando in questo paesino di neanche 1000 abitanti a 346,8 metri sopra il livello del mare, si vede immediatamente uno striscione con l’immagine di Tadej Pogačar in maglia gialla. A Komenda tutti conoscono il ragazzo che ha vinto il Tour de France e sono orgogliosi di avere un concittadino così illustre, che ha fatto conoscere il paese a tutto il mondo.
A Komenda è stata allestita anche una tenda bianca molto grande, con un maxi schermo su cui è possibile seguire le tappe del Tour. L’idea è venuta a un vicino di casa di Pogačar, che in questo modo ha voluto rendere omaggio al suo concittadino così bravo e forte.
La televisione slovena è andata a Komenda a parlare con la gente e tutti hanno dei ricordi positivi su Pogačar. Ci sono alcuni ragazzi che erano scout insieme a lui e altri che hanno frequentato la stessa scuola, luogo in cui è nata per Tadej la passione per il ciclismo. Se il vincitore del Tour de France è diventato un fenomeno del ciclismo mondiale, è perché questo sport gli è stato insegnato a scuola, quando aveva appena 9 anni.
La Slovenia è una nazione di neanche 2 milioni di abitanti, ma può vantare una percentuale veramente alta di atleti che a livello internazionale ottengono risultati importanti. Tutto questo è possibile grazie ad una politica governativa, che incentiva la pratica dello sport a scuola e anche dopo le ore di studio.
Nelle scuole slovene le ore di attività sportiva sono superiori, per esempio, a quelle italiane o di altri Paesi e oltre alla classica educazione fisica i ragazzi possono praticare diverse discipline sportive, che hanno l’intento di scoprire futuri campioni.
Pogačar ha scoperto il ciclismo all’interno delle mura scolastiche e per lui è stato amore a prima vista. Nella sua classe nessun ragazzino aveva mai praticato ciclismo, partivano tutti dallo stesso livello, ma immediatamente il giovanissimo Tadej, dimostrò di avere qualità incredibili, superando di diverse lunghezze i suoi coetanei. A quel punto venne consigliato alla famiglia di far proseguire al ragazzo il ciclismo, poiché aveva manifestato spiccate qualità che dovevano essere sviluppate.
Nelle scuole slovene si corre, si va in bici e si praticano le discipline sportive invernali e tutto questo non solo è mirato a cercare talenti, ma a promuovere l’attività sportiva dei ragazzi, cercando di favorire uno sviluppo fisico sano.
Quando in Slovenia un ragazzo è bravo in uno sport, c’è subito la segnalazione alla federazione sportiva e le famiglie vengono chiamate per favorire la crescita sportiva del ragazzo.
A quel punto inizia anche la pratica sportiva nelle ore pomeridiane e un ragazzo in Slovenia già da piccolo ha la possibilità di praticare sport per 6-7 ore a settimana.
Secondo l’ex ciclista e oggi commentatore sportivo presso la televisione nazionale slovena, Martin Hvastija, il segreto del successo ciclistico del suo Paese risiede nella politica sportiva.
«Quando parlo con altri commentatori di altri Paesi, sento spesso che a scuola fanno molto meno sport di quanto facciamo noi – spiega Hvastija -. Tutti fanno almeno 4 ore di palestra a settimana e quasi tutti i bambini fanno sport anche dopo la scuola. In questo modo sappiamo già in quale disciplina un bambino è bravo e possiamo guidarlo rapidamente verso un percorso corretto».
Questo è esattamente quello che è successo a Pogačar e a tanti altri campioni nazionali. «Quando Pogačar aveva nove anni, faceva un'ora di ciclismo a scuola e dimostrava già di avere molto più talento rispetto ai suoi coetanei. Si vide subito che avevamo a che fare con super talento, questo è stato subito chiaro. Uno degli allenatori che seguiva il corso di ciclismo a scuola, andò immediatamente dai suoi genitori, implorandoli di far allenare Tadej. Sua madre inizialmente non era molto contenta di questo sport, ma ben presto si accorse che quella era stata la scelta migliore per suo figlio e oggi tutti possono confermarlo».