Caro direttore,
mi permetto di indirizzarle queste poche righe visto che rappresenta uno dei siti e dei podcast più importanti del settore ciclo. Il perdurare di questa situazione sanitaria ci dà almeno la possibilità di guardarci intorno ed io al momento non ho visto, a parte un interessante articolo del Sole 24 Ore, nessuna chiave di lettura diversa, da quella ludica-agonistica, da parte del mondo della bicicletta e dai suoi addetti ai lavori.
Prendendo atto che in un futuro ormai prossimo saremmo costretti a cambiare le nostre abitudini e gli stili di vita, il ruolo della bicicletta avrà, se saremo in grado di gestirlo, una posizione di tutto rispetto. Dovrà essere classificato come un mezzo di trasporto alla stregua degli altri ma con i vantaggi ormai consolidati che penso sia inutile ricordare. Quindi perché non partire fin da oggi con una campagna a favore dell’utilizzo della bici per gli spostamenti lavorativi e di studio?
Abbiamo in mano tutti gli strumenti per arrivare a questa trasformazione che è già uno standard in tanti Paesi Europei. Una rete di piste ciclabili, che pur presenti a macchia di leopardo, c’è e nonostante scelte logistiche a volte indecifrabili, sta crescendo nel paese. Luce anteriore, luce posteriore, l’utilizzo del casco e caso mai indossare un GILET GIALLO che fotografi e certifichi per il mondo parallelo che ci sta intorno che l’utilizzatore del mezzo in questione è uno di loro si muove per gli stessi bisogni che fanno muovere gli automobilisti, i fruitori dei mezzi pubblici etc. etc.
Il momento storico fotografa una situazione in cui le officine ciclo non possono operare al contrario di quelle auto e quelle moto, lo spostamento delle persone autorizzate, può essere sì fatto in bici, ma a proprio rischio e pericolo visto che è iniziata la caccia all’untore. Pertanto penso sia un dovere morale per chi lavora in questo settore impegnarsi per proporre in qualche maniera la figura della bici e del ciclista in una maniera diversa.
“Autocertificarsi” con il GILET GIALLO e la bicicletta dotata di tutti gli strumenti di sicurezza, può essere il primo passo per dare visibilità ad un nuovo concetto di mobilità e questo è il momento nel quale ci può essere un assorbimento positivo del messaggio da parte della collettività.
Le mie idee possono poco, ma il Vostro appoggio e quello delle persone che gravitano intorno alle Istituzione e ai grandi media possono produrre un effetto volano che risulterebbe anche essere un beneficio per l'economia del settore.
In questo momento bisogna fare squadra: questo non è che un timido tentativo di mandare un segnale, la speranza che possa essere amplificato e trasformarsi in un’onda d’urto, altrimenti torneremo come sempre a piantonare il nostro orticello nella speranza che dal cielo arrivi un po' di pioggia ristoratrice.
Grazie per l’attenzione
Giancarlo Beltrami