La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Imperia ha emesso un “avviso di conclusione indagini” con contestuale “informazione di garanzia” nei confronti di un gruppo criminale proveniente dall’Emilia Romagna ma attivo in tutto il Nord e Centro Italia, Liguria compresa, concordando con i riscontri investigativi documentati dai Carabinieri della Stazione di Dolcedo (IM) e dell’Aliquota Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria presso la richiamata Procura.
Le indagini - avviate nell’agosto 2017 a seguito delle denunce presentate da alcuni ciclisti amatoriali in occasione di competizioni svoltesi nell’imperiese - hanno permesso di acclarare come il sodalizio avesse consumato diversi furti nella stessa Regione di provenienza ed in Liguria, nonché in Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, ricostruendo inoltre i principali canali di ricettazione dei beni rubati.
L’inchiesta ha accertato come gli indagati operassero sempre con il medesimo “modus operandi”: in particolare, una volta raggiunto il luogo della competizione ciclistica, confondendosi abilmente con i partecipanti e vestendosi da professionisti delle due ruote, perpetravano i furti pochi minuti dopo l’inizio della competizione. A quel punto, in totale tranquillità, in possesso di diverse carte di credito rubate si affrettavano a fare prelievi ed acquisti prima che la competizione finisse, impossessandosi altresì delle biciclette lasciate incustodite durante le cerimonie di premiazione, tanto da realizzare proventi nell’ordine di euro 130.000 circa.
L’investigazione ha portato al deferimento in stato di libertà di quattro soggetti ritenuti responsabili di ventisette episodi di furto aggravato, ventuno dei quali di biciclette di ingente valore (alcune del valore anche superiore ad euro 10.000 circa), ma anche di cellulari, dispositivi di navigazione, tablet, nonché borse lasciate incustodite dai proprietari nei sedili posteriori o nel bagagliaio, dalle quali hanno prelevato anche monili in oro e carte di credito; queste ultime sono state poi utilizzate per effettuare pagamenti fraudolenti ricorrendo a sofisticate tecniche di falsificazione dei documenti di identità trafugati.
Tra i denunciati figura anche il capo della banda, già sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Piacenza, il quale per eseguire i vari colpi approfittava dei permessi che fruiva nei fine settimana per andare a trovare i familiari.
Nell’ambito del medesimo contesto investigativo è stato ricostruito anche un episodio di simulazione di reato: uno degli indagati, infatti, al fine di trarre in inganno i Carabinieri, aveva denunciato il furto della propria autovettura, che in realtà veniva utilizzata per commettere i reati.
L’occasione è utile per richiamare alcuni consigli per prevenire i furti sui veicoli come evitare di lasciare oggetti di valore a bordo, piuttosto che cercare di parcheggiarlo in aree videosorvegliate o di passaggio. Non ultimo, è opportuno che gli eventi vengano sempre denunciati, anche se si tratti di un tentativo, in modo tale da consentire ai Carabinieri il miglior orientamento dei servizi di controllo del territorio.