«Vorrei trasmettere un messaggio positivo a tante persone: non bisogna per forza essere super uomini per riuscire in un'impresa eccezionale! «#anchioposso sarà lo slogan di questa mia avventura; l'ho imparato conoscendo persone che tutti i giorni convivono con disabilità anche importanti. Persone a cui sembra che la vita abbia messo davanti ostacoli su ostacoli e che invece ce la fanno, a dispetto di tutto».
Queste parole racchiudono lo spirito del progetto di Adriano Ongaro, milanese classe '65, con una passionaccia per la bici che sogna (e pedala) per partecipare alla Race Across America, la gara di resistenza più dura al mondo.
«Ho sempre vissuto il mio tempo libero all'aria aperta, amo la montagna e la mtb, mi interessa visitare luoghi più che correre, vivere delle avventure. Ho pedalato attraverso i passi più alti al mondo ben oltre quota 5.000 mt affrontando dislivelli importanti, visitando monasteri costruiti spesso in luoghi impervi, ho percorso l'affascinante valle del fiume Indo con la Ladakh in MTB 2009, l'anno successivo ho pedalato per 1000 km su piste e strade sterrate affrontando vento, sassi, sabbia e toulè ondulè, con dislivelli giornalieri anche di oltre 2.000 mt grazie alla Mongolia Bike Challenge. Mi piace perdermi, vivere appieno il territorio, regalarmi esperienze intense a contatto con la natura» ci racconta Adriano, che ha scoperto la bici da corsa nel 2015, quando la sua azienda ha organizzato un evento benefico a due ruote, London to Barcelona Bike Ride. 11 tappe con un gruppo di colleghi provenienti da tutta Europa, 1.500 km con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie del fegato.
Una grande esperienza di sport ma soprattutto di vita. «Nico Valsesia mi ha fatto scoprire la RAAM - continua nel racconto. -. Non mi affascina per lo spirito agonistico, ma perchè penso sia un'esperienza che mi arricchirà come persona e aiuterà nella vita di tutti i giorni. Imparare a soffrire insegna ad avere pazienza, a gestire il tempo, la fatica, l'umore delle persone. Sono responsabile di un call center, gestisco una quarantina di persone, ho a che fare con tanti caratteri e situazioni, essere uno sportivo mi aiuta a gestire i piccoli e grandi problemi della vita già dalla sella».
Ongaro a novembre in California ha corso la prima gara di qualificazione per la RAAM. «È stata la mia prima vera e propria esperienza di ultracycling, ho pedalato per quasi 600 km, un test importante, impensabile in allenamento. A fine aprile mi aspetta la Race Across Italy, unica prova di qualificazione italiana, 808 km dall'Abruzzo al Mar Tirreno e ritorno di nuovo sull'Adriatico, con un tempo limite di 37 ore. Una prova generale per me e il mio equipaggio di supporto, la mia crew (come la chiamano gli americani) composta da amici e familiari».
Questa sfida ha anche una finalità benefica, Adriano è volontario dell'ATLHA (associazione tempo libero handicappati) che gestisce il tempo libero per l'integrazione dei disabili ed opera nella bella cascina Bellaria a Milano. «Tra le tante iniziative che offre ci sono viaggi in giro per il mondo, scambi con l'estero per ragazzi disabili. Lo slogan dell'associazione è "anch'io posso". Si lega molto alla mia sfida, con la forza di volontà e l'aiuto degli altri si può superare i propri limiti. Il costo di partecipazione alla RAAM viaggia sui 30.000 euro, tra voli, 2 bici e vario materiale necessario. Stiamo cercando di raccogliere sponsor per realizzare questa missione, tutto ciò che eccederà i costi vivi lo devolveremo ad ATLHA, che con questa mia avventura vorrei far conoscere a più persone possibili».
La raccolta di crowdfunding è già iniziata, per saperne di più CLICCA QUI
Giulia De Maio